Leso Berlinguer
Spari,
non a salve, contro il ministro della Cultura Giuli, reo di non avere
presenziato alla prima dell’(ennesimo) “Berlinguer”, alla Festa del Cinema di
Roma. Il “Corriere della sera” ci fa una pagina. Di Elly Schlein non si parla,
che se l’è filata adducendo riunioni internazionali. Cannoni puntati invece sul
ministro, che giustitica, pare, l’assenza col ritardo del volo – tornava, pare,
da Francoforte. È un giornalismo un po’ così.
Ora,
il ministro sarà “marinettiano” come lo vuole Ronconi nel paginone critico, ma
è difficile fare un eroe nazionale di Berlinguer. Come invece fa sempre il “Corriere
della sera” con una recensione incensatoria di Mereghetti, da film capolavoro, da
quattro o cinque stelle – povero Paolo, quantum
mutatus… Di un personaggio sicuramente onesto ma modesto, così poco tragico in sé, più sul burocratico. E
così divisivo politicamente, da Moro a Craxi, lo spaccasinistre quando si apriva una prateria per una fortissima socialdemocrazia in Italia, il solo Paese in Occidente che non ne ha una – unico
interlocutore ha privilegiato Andreotti…. (che lo ha fregato, nelle borgate). Ultimo
integralista in un mondo – povero Bobbio – “pluralista”. Uno che col “compromesso
storico” pensava di catturare i “cattolici”, che invece lo hanno stritolato, in
vita e dopo morto (di veda la storia del Pd, voti comunisti a trazione democristiana,
appalti compresi).
P.S.
Più sobria curiosamente – guardinga? – “la Republbica”, l’altro campione
nazionale del giornalismo, solitamente molto agguerrita per ciò che concerne il
governo Meloni. Dà notizia di Schein assente. Non processa Giuli ritardatario.
E sul film fa ben due pagine, ma senza osannarlo, limitandosi a lunghi
sproloqui di autori e interpreti – un’intervista non si nega a nessuno.
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