martedì 22 ottobre 2024

Ma la giustizia politica è di destra

 Si sbracciano i media “coscienza della nazione”, specie i giornali, “Corriere della sera”, “la Repubblica”, anche un po’ “Il Messaggero”, a difendere le perorazioni anti-governo del giudice di Cassazione Paternello – “Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte, e anche molto più pericolosa”. Dire “pericolosa” un capo del governo per il solo fatto di essere stata eletta in libere elezioni è una forzatura, ed è violenta – intimamente violenta, malgrado il piglio sindacale della forzatura. Ma soprattutto manca, alle giustificazioni, l’essenziale: che la giustizia “politica” è fascista, anche se esercitata a sinistra. Come è avvenuto in Italia fino a Mani Pulite, e dopo contro la destra, contro Berlusconi e ora contro Meloni.
Il potere della legge è violento, la giustizia è violenta: è l’esercizio della forza da parte dello Stato, delle istituzioni – lo Stato ha il monopolio legale della violenza. Ma tipicamente vi si riconosce la destra politica, autoritaria - “la Legge”, per dire i Carabinieri, è metonimia corrente al Sud, ma in questo caso corretta (giuridicamente e costituzionalmente pertinente).  
C’è – c’era, avrebbe dovuto esserci – un dovere di resistenza anche in ambito giudiziario a fronte di regimi politici dittatoriali. Ma questo non è il caso dell’Italia repubblicana, dove i regimi politici (i governi) sono elettivi, periodicamente, e costituzionali. Questi pronunciamenti alla Paternello, per quanto giustificabili, perfino se fossero giustificati, spostano sulla giustizia, sui giudici, la carica violenta della legge.

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