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martedì 26 novembre 2024

Agricole apre il portafoglio

Che farà il Crédit Agricole nella partita Unicredit-Bpm, l’azionista finora di maggioranza dell’ex Popolare Milano? Aspetterà di vedere come si mette. Ma con una mano già al portafoglio, anche se ha una quota elevata, quasi il 10 per cento. Anzi, proprio per questo. Il 10 per cento di Bpm dà a Agricole anche una leva, seppure solo da osservatore, sul retail, di cui il gruppo francese è maestro, nel Lombardo-Veneto. In Unicredit, come azionista al 2 per cento del gruppo che si prospetta, non avrebbe alcun interesse.
Crédit Agricole è una grande banca, la seconda o terza in Francia, e la più prospera, ed è pure quotata, ma si gestisce con una struttura consociativa. Il controllo, al 56 per cento, è delle vecchie Popolari, ora Casse regionali, a loro volta non negoziabili, confluite in un’accomandita semplice.
Anche in Italia Agricole ha mantenuto una presenza regionale, locale: “radicata nel territorio”, retail-oriented. Chiamata da Bazoli, come sponda “confessionale” alla costituzione del gruppo che poi è diventato Banca Intesa, ha acquisito, per partenogenesi da Intesa, Cariparma, Friuladria e Carispezia, e poi ancora le Casse di risparmio di Rimini, di Cesena, di San Miniato, e da ultimo il Credito Valtellinese.

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