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mercoledì 13 novembre 2024

Cronache dell’altro mondo – “recessionarie” (303)

Trump ha già chiesto al Congresso la facoltà di fare nomine anche nei periodi di recesso dei lavori parlamentari – salvo convalida successiva - anche in periodo di recesso del Senato stesso.
Il presidente degli Stati Uniti deve fare migliaia di nomine di funzionari, di grado elevato (a partire dai segretari della sua amministrazione – i ministri del suo governo – e dai capi dei servizi di sicurezza), e non. A incarichi ritenuti politici. Alcune di queste nomine devono avere l’approvazione del Senato.
Trump parte con un Senato a larga maggioranza repubblicano. Sul quale quindi può fare affidamento. Ma si ritiene che intenda procedere a nomine non tutte in linea col suo partito. Da qui la richiesta di poterne fare anche quando il Senato non lavora – con un’approvazione quindi successiva all’assunzione dell’incarico, più difficile da boicottare.
Il Senato Usa ha lunghi periodi di recesso, per circa due mesi lavorativi – tre da calendario: due settimane per le Feste di fine anno, il mese di agosto, e cinque-dieci giorni al mese, nei restanti mesi lavorativi per “State work”, per il lavoro negli Stati di origine, di cui sono i rappresentanti in Congresso. La Costituzione, art. II, prevede che il pr
esidente possa fare nomine anche quando il Senato è in recesso, e quindi non può riunirsi per deliberare.

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