Diritto e mercato dell’immigazione
Per paese insicuro s’intende uno dove non
vige la legalità né la democrazia. Per cui ogni suo cittadino riparato all’estero
è automaticamente coperto dalle norme internazionali a protezione dei rifugiati
politici. Se non che applicare questo principio del diritto internazionale all’Africa
e all’Asia, anche all’America latina, dove pure si vota, è arduo: alcuni miliardi
di persone sono potenziali rifugiati politici. Il mondo della democrazia
costituzionale è ristretto, protegge un miliardo di persone al più - due
volendo aggiungere volenterosamente l’India all’“Occidente” (comprensivo di
Corea del Sud, Giappone, Australia e Nuova Zelanda). Su otto.
A valle del diritto politico c’è
anche quello economico, l’aspirazione a una vita migliore: uscire dalla povertà,
o comunque la voglia di cambiare, sono ambizioni anch’esse rispettabili, seppure
non protette dal diritto. Ma non come avviene nel Mediterraneo, per un traffico
di esseri umani. Assoggettati a taglie mostruose, per un viaggio della speranza
fatto di campi di lavoro forzato libici e tunisini, e trasbordi su gommoni e
barchette. Proteggere un immigrato irregolare, anche se delinquente, non può
che alimentare questo mercato degli schiavi. A danno di chi? Degli immigrati
spellati e abbandonati per primi.
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