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I respingimenti erano di Napolitano e Prodi
Il giorno in cui il solito
giudice di Catania, in odio al governo Meloni, dichiara l’Egitto un paese
insicuro, nel quale cioè non si possono deportare gli immigrati “indesiderabili”,
il diritto internazionale li protegge, uu giovane egiziano accoltella senza
motivo a Genova un capotreno. ferroviere. È così che viene percepita l’immigrazione,
come un fatto incontrollato. Per il quale Meloni ha l’approccio giusto, programmarlo
all’origine, con visto, visita medica, e possibilmente con contratto o richiesta
di lavoro.
I preti che blaterano di un diritto all’emigrazione
ne sono i peggiori nemici, perché essi sanno in che condizioni questo “diritto”
è gestito in Africa e in Asia. È gente che nella migliore delle ipotesi è il vecchio
prete, peggio se frate, sulla cui tonaca tutto scivola. Oppure sono dietro il business,
per quanto miserabile. dell’immigrazione stessa, delle ong che si fanno un
diritto di gestire i 35 euro a testa di diaria che lo Stato paga per immigrato.
Dei giudici non si può dire. Conoscono sicuramente
il diritto, ma lo torcono per pregiudiziali politiche – oggi si applica, ieri no, domani
chissà, etc. In questa stagione politica contro il governo di destra. Non sono
buoni giurisperiti, come si legge sotto. E politicamente sono confusi, come è confuso
il Pd - i respingimenti li ha inventati Napolitano, quando era ministro dell’Interno,
e da Prodi, nel governo del 1996-1998 (e proprio con l’Albania, paese allora
insicurissimo).
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