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Il wc al tempo del razzismo, separato fuori casa
La storia delle cameriere nere, bambinaie
e cuoche, delle famiglie bianche del Mississippi, negli anni 1950-1960. Le vere
mamme dei bambini, specie delle bambine, che le mamme vere non accudivano in
nessun modo, nonché vestali della cucina, ma segregate: un autobus giallo le
porta al lavoro ogni mattina dalle loro periferie, e al lavoro per fare pipì devono
uscire di casa - il gabinetto separato è una delle gag, ripetuta in più varianti,
più tristi e più godibili.
Una figlia cresciuta con la
cameriera nera, e tra amicizie sceme come lei, sempre in attesa di un marito, da
cercare oppure già sposato ma non presente, decide di diventare scrittrice. Non
sa di che - non sa scrivere – finché non scopre che la cameriera di sua madre sa
raccontare le cose. Mobilitando lei e le amiche di lei, con racconti di cose
viste o vissute, ne viene fuori un libro che New York pubblica immediatamente,
con grande successo. Anche a Jackson, la città superbianca, capitale del
Mississippi, dove il racconto si svolge: la vena satirica o dolente delle domestiche
fa da specchio alla stupidità delle signore. Le amiche della scrittrice hanno
naturalmente un club delle signore bianche, la cui attività sociale è
naturalmente la raccolta di fondi “per i bambini dell’Africa”.
Racconti di cose viste e vissute,
eppure strabilianti. Merito anche delle attrici – è un fim all women. Emma
Stone, non ancora il manichino di Lanthimos, regge tutti i registri della
sciocca che diventa intelligente. Ma soprattutto tengono su il film le due domestiche
che le fanno da spalla, Viola Davis e Octavia Spenser - premiata quest’ultima con
l’Oscar per l’attrice non protagonista. Insieme con la superbionda Jessica
Chastain, nel ruolo tragicomico della bianca snobbata dalle superbianche.
Rivisto sullo sfondo del ritorno
di Trump, del successo dell’America
“perbene”, è un film pacificante, e perfino promettente: non tutto il bianco viene
per nuocere.
Tate Taylor, The Help, Rai
1, Raiplay
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