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martedì 19 novembre 2024

La destra è delle donne (anche) in Germania

La paura dell’Afd, di uno scivolone della Germania a destra, si conferma ogni giorno di più il tratto dominante di questa vigilia di consultazione elettorale fra tre mesi. Alla pari, se non di più, della crisi economica.
La paura non è infondata. Anche perché il successo di Alternative für Deutschland nei Länder orientali è stato doppiato da una costola dell’estrema sinistra, il movimento creato da Sahra Wagenknecht, già animatrice di Linke, il partito scissionista a sinistra dei Socialdemocratici. Che in un’intervista all’“Economist” a fine ottobre così spiegava la sua “sinistra conservatrice”: “È semplicemente un programma che corrisponde a quello che molta gente vuole. Da una parte la giustizia sociale. Dall’altra una politica conservatrice basata sulle tradizioni culturali e la riduzione dell’immigrazione, che si pone le questioni di guerra e pace”. In comune questa sinistra e Afd hanno l’immigrazione, l’energia (meno transizione verde, meno accelerata) e la difesa. Per difesa intendendosi la “questione Russia”: niente guerra alla Russia. È per tenere conto di questa forte tendenza che Scholz non si è allineato, come Macron, alla decisione di Biden di consentire offensive ucraine in territorio russo con missili Nato a lunga gittata (e con serventi Nato) - e anzi ha provato a ristabilire i contatti con Mosca.
Su questi temi c’è stato anche, evidenziato dal crollo massiccio dei Socialdemocratici e dei Verdi nei Länder che hanno votato, un travaso da sinistra a destra. Al movimento personale di Sahra Wagenknecht, e alla stessa Afd. Che, va ricordato, è stata fondata nel 2013, e tuttora è presieduta, da una lesbica dichiarata, Alice Weidel. Una destra capitanata da due donne, e con un certo richiamo a sinistra. I Verdi sono anche fuori dai parlamentini regionali, dal 15-16 per cento essendo crollati a meno del 5 per cento.
È su questa minaccia, doppiata dalla crisi economica, che il governo Scholz si è infine diviso, avviandosi alla dissoluzione. La lettera aperta di Lindner a Scholz, col richiamo all’austerità, ai conti in ordine e senza debito, in un momento difficile dell’economia, con chiusure di fabbriche e licenziamenti, ha avuto solo il senso di anticipare il voto politico, per provare a bloccare il consenso montante per l’estrema destra, proponendo un’altra destra, quella storica dei liberali.

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