La giustizia autonoma dei Procuratori
Non si è innocenti se non lo vuole il
Procuratore della Repubblica. Che a difetto di colpe, o anche in caso di assoluzioni
pronunziate, può continuare a considerarti colpevole. O forse non a considerarti,
ma a dire agli amici e conoscenti, specie ai cronisti giudiziari al suo orecchio,
che comunque sei un lestofante.
Il vice-presidente della Regione Liguria,
nella gestione Totti e in quella nuova, votata a ottobre, Alessandro Piana, lamenta
di essere stato indagato per un anno per un fatto che non ha commesso e non poteva
scommettere – un giro di squillo a base di stupefacenti. “L’indagine era chiusa
da tempo, ma si è voluto attendere”, lamenta – attendere le elezioni un mese
fa.
La notizia della chiusura delle indagini
e senza il suo nome fra i rinviati a giudizio, è stata data solo tre giorni fa,
dopo la sua conferma alla vice-presidenza. La Procura cioè voleva non solo danneggiarlo
alle elezioni, ma anche nelle nomine post-elettorali.
Il consigliere vice-presidente se ne
lamenta con cautela. Senza colpa per nessuno, e anzi con professioni di stima
per i giudici. Perché sa che ci sarebbero ritorsioni. Cioè, i giudici si temono.
Ma questo non interessa a nessuno, nemmeno a Mattarella – ha paura pure il presidente
della Repubblica?
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