È curioso scoprire Modugno con un documentario celebrativo, per i trenta
anni dalla morte. Non per le canzoni ovviamente, ma per quello che è stato.
Senatore radicale, molto impegnato sul territorio, specie sulla “liberazione”
dai manicomi, protagonista di formidabili tournées, in America e
altrove, col bastone o più spesso in carrozzella, dopo l’ictus che lo aveva
lasciato semiparalizzato. Diventato “siciliano” per caso, perché la Rai,
ospitando Frank Sinatra, voleva omaggiarlo con un motivo in siciliano cantato
da un ragazzo. E poi siciliano puro e duro – fino a morire d’infarto, per la
stizza che qualcuno aveva rilasciato in mare le caretta-caretta di cui aveva
voluto e pagato il salvataggio, senza aspettarlo, senza la sua presenza – tutto
molto siciliano in effetti, il dispetto e la rabbia. E che ha fatto tutto
quello che ha fatto, compreso il colpo apoplettico e la riabilitazione lenta,
in soli 66 anni.
L’esistenza tumultuosa di di un cantautore - in fondo è un cantautore - di
successo. Ma una sorpresa la vita e una sorpresa, tutto sommato, ancora oggi,
le sue canzoni. I suoi tanti temi. La sensibilità poetica, con le parole, oltre
che musicale, con le note.
Sorpresa anche il giorno dopo: il film su Modugno non è stato visto nemmeno da
due milioni di persone, un terzo del solito pubblico di Rai 1. I docufilm non
sono molto interessanti: parlano parenti, amici, collaboratori e critici,
spesso in età, intervallati da immagini e filmati di repertorio, raramente
sconosciuti. Ma l’occasione era anche buona per riascoltare le canzoni,
riproposte fra le migliori performances, oltre che per “scoprire”
il personaggio dietro il nome. Si è persa la memoria?
Maite Carpio, Domenico Modugno, l’italiano che incantò il mondo, Rai
1, Raiplay
giovedì 28 novembre 2024
La scoperta di Modugno
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