Nostalgia di Lombardia
Un tutto Gadda (un po’“tutto”) che si può dire del Gadda milanese. Di cui
molto è nei racconti, e anche ne “La cognizione del dolore”, la Brianza fa bene
“Milano”. Di Milano com’era, e in fondo come è, anche ora con i grattacieli.
Una sorta di baedeker Gadda per nuovi lettori, ma con questa curiosa
filigrana. Forse non curiosa, l’ingegnere del romanesco era ben un lombardo a
Roma, e anzi un milanese. Molte delle sue nevrosi erano di ritegno ben lombardo.
Così come la permalosità. Da ultimo si preparava alla morte, ricorda Arbasino,
facendosi leggere Manzoni, il romanzo.
Un’edizione curata e presentata da Dante Isella, forse il suo miglior lettore
– Gran Lombardo anche lui, curatore, oltre che di Gadda, di Maggi, Parini,
Porta, Dossi, Tessa, Sereni. Col saggio famoso di Gianfranco Contini, “Lo strano
ingegner Gadda”. Raffaella Redondi cura “La Madonna dei filosofi” e “Il Castelo
di Udine” – con un’inedita “Appendice al «Castello di Udine»”. “L’Adalgisa” ha curato Guido Lucchini, “La cognizione del dolore” Emilio Manzotti.
Carlo Emilio Gadda, Romanzi e
racconti (La Madonna dei filosofi, Il castello di Udine, L’Adalgisa, La
cognizione del dolore), Garzanti. pp. 912 € 15
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