Ombre - 745
Spiacevole impressione, sfogliando
la stampa americana di prestigio, della colpa addossata a Biden per la sconfitta
di K. Harris. Come di un vecchio narciso, e stupido. Mentre ha governato l’economia
meglio di Trump, e senza danni per gli europei – non quelli minacciati da
Trump. Scaricare su Biden il dispetto per non avere vinto le elezioni, anzi per
averle perse malamente, uno penserebbe la sinistra la coscienza critica, e
invece è solo vanitosa – presume di sé.
Stupida? Sarebbe peggio se non lo
fosse.
Trump ha vinto nel voto popolare
anche in stati e in città che il partito Democratico tradizionalmente ha
controllato. Ma il perché non si cerca. Si dice per colpa di Tim Walz, il candidato
vice presidente di Harris, dell’influenza di Putin, dell’influenza di Putin?, dei
media di destra, e di Biden. È possibile ma non può essere solo questo – i
media sono quasi tutti per i Democratici. Si penserebbe la scienza politica
negli Stati Uniti, la democrazia elettorale più stagionata dopo quella inglese,
di due secoli e mezzo, più articolata. Ma non c’è, c’è solo pregiudizio –
povertà di giudizio.
Fare la rassegna stampa della campagna
elettorale americana è inutile – e pericoloso: si dovrebbe concludere all’inutilità
del giornalismo. Ma è curiosa la concordia dei media nell’inaccuratezza – incapacità
non può essere, così generale, quasi totalitaria. Della Confindustria (“Sole 24
Ore”) e dei Berlusconi (Tg 5), oltre che degli editori Elkann e Caico, che
occupano il mercato di sinistra.
O forse, più che inutile, il
giornalismo è dannoso. A seguire gi speciali tv sul voto in America. Più spesso
condotti da ragazze che visibilmente ne sanno poco, e non gli interessa saperne
– il vecchio genere “presentatrici”. Che hanno votato per Trump gli uomini, per
Harris le donne (ma le donne non sono più degli uomini?). Che gli afro e i latinos
hanno votato Trump perché machos (è politicamente scorretto ma è stato
detto). Che hanno votato per Trump le campagne - la popolazione Usa è all’80
per cento urbanizzata… Senza disporre della sia pur minima analisi dei flussi
elettorali, che richiede giorni e settimane.
Si vogliono i risultati del voto
in Georgia, filo russo, e Moldavia, filo-Ue ma risicato, come manomessi da Putin
– diavolo di un uomo. È possibile, anche se non è vero – entrambe le votazioni sono
state indette e governate da persone (personagge?) filo-occidentali. Ma si
glissa sul fatto che, zero virgola in
più o in meno, questi mondi sono egualmente europei e russi. Poi si scopre che vuole la Moldavia nella UE il filoputiniano Orban. Come la mettiamo? L’Europa vanta lo
spirito critico, ma sembra averlo smarrito.
Bianca Carretto, una vita nella
confidenza Fiat, non ne può più: ne elenca su “L’Economia” una serie di
turpitudini da levare il fiato. In calo in Italia nei primi nove mesi, quando
tutti gli altri sono cresciuti. Per mancanza di modelli: “Dove sono finite le
Fiat, le Lancia, le Alfa Romeo”, si chiede retoricamente. “In tre anni”, da
quando Elkann si è venduta la Fiat, “Stellantis non ha proposto alcuna auto su
nuove piattaforme, più tecnologiche”. Alfa Romeo non ha modelli, la Junior è “solo
una Peugeot ricarrozzata”. Lancia idem: i nuovi modelli sono stati rinviati dal
2026 al 2028, e ripiegati su una piattaforma Opel. E Fiat va verso la chiusura:
nessun modello nuovo, nel 2024 vendite ridotte di un terzo, 3 mila licenziati a
giugno, 3.800 in uscita.
Do fronte allo sfacelo Fiat si capisce
che Elkann eviti di riferire in Parlamento. Ma che faccia la voce grossa con il
governo, da economista sopraffino, moralista, antifascista e quasi compagno –
possibile che il Pd non riesca ad evitare simili compagnie?
“Bianca Berlinguer faceva pesare
il cognome?” chiede Giovanna Cavalli a Maurizio Mannoni, “Telekabul” e “Linea
Notte”. “No” è la risposta: “E poi ne abbiamo avuti tanti di nomi di Botteghe
Oscure”. Di quelli che non avevano le figlie al tg 5 berlusconiano - il telegiornale
“delle figlie”. Un giornalismo da patronato.
A Roma la Roma ha un bellissimo
stadio, molto invidiato, l’Olimpico, in città, di accesso agevole, di parcheggio
(abbastanza) facile. La Lazio pure, ha un bellissimo stadio, di architetto, Pierluigi
Nervi, il Flaminio, anch’esso progettato e costruito per l’Olimpiade del 1960, anchp0esso
di accesso e archeggio agevolissimo. Ma vogliono stadi nuovi, in aree fuori
porta. Per il business immobiliare. Finalmente si capisce a che serve il
calcio.
L’Italia è sempre stata un paese
di emigrazione. Da alcuni anni, nel Millennio, di emigrazione qualificata. In questi
2020 di laureati: la Fondazione Nord Est calcola che la quota di laureati, sul
totale degli emigrati fra i 18 e i 34 anni, che era di uno su sette nel 2001, è
ora di due su cinque - nel 2022 la percentuale dei laureati fra gli emigrati
giovani è stata del 43,1 per cento, e in crescita costante sugli anni precedenti.
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