venerdì 22 novembre 2024

Perché inimicarsi la Russia

Merkel non richiesta anticipa – fa anticipare da “Die Zeit” – le poche righe di una pagina delle 750 delle sue profuse memorie in cui figura avere obiettato nel 2008 all’ingresso dell’Ucraina nella Nato. Avrebbe potuto dire di più: perché, da garante degli accordi di Minsk, 2015, fra Ucraina e Russia, non li ha fatti applicare, evitando probabilmente la guerra. Ora è per la pace perché il suo partito è in una campagna elettorale delicata, dove deve contrastare i movimenti anti-guerra. O adeguarvisi, visto che sono in forte crescita, sulla destra che il suo partito presidia, oltre che a sinistra dei socialdemocratici.
Ma non c’è solo il tatticismo di Merkel in gioco. Né la paura, o il rigetto, della guerra in Germania. C’è la verità della cosa, che stenta ancora ad emergere: non c’è una terza guerra mondiale in corso, come dicono il papa, Putin, e la portavoce di Biden. C’è una guerra europea, come ce ne sono state nella ex Jugoslavia trent’anni fa, fino alla scoperta del Kossovo, a “intensità (meno) bassa”. Una guerra che già nella terminologia richiama l’origine: la guerra “a bassa intensità” è terminologia americana, varata e applicata per prima in Europa - tra slavi, un tribalismo che i servizi angloamericani conoscono bene e alimentano, ma sempre in Europa. Per guerre che l’Europa combatte e non sa nemmeno perché. Ma che gli Stati Uniti armano e non combattono. A cominciare da quando nasceva, si pensava nascesse, la Fortezza Europa, attorno all’euro.

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