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Polsi, il luogo di culto con più tradizione in Europa – 2
Polsi è un santuario, all’interno
dell’Aspromonte, che è stato un luogo di culto, della Madonna della Montagna,
per secoli per molte popolazioni, della bassa Calabria e di Messina al di là dello
Stretto – tutt’ora lo è, seppure in forme meno caratterizzanti (il ballo in
chiesa, il “sacrificio” dei capri, le fazioni in contesa) e per una pietà religiosa molto
più circoscritta e meno viva. Ancora nel primo Novecento, il “viaggio a Polsi” ricorre
immancabile negli scrittori dell’Aspromonte, Alvaro, Perri, Seminara, Zappone,
Delfino. Sulle orme degli antichi – ottocenteschi – “viaggiatori” dell’Aspromonte,
da E. Lear a N. Douglas.
Gemelli, medico di suo, è
stato cultore fertile di storia locale. Di istituzioni mediche, e di usi e
costumi. Su Polsi si è superato: analizza tutte le fonti storiche del culto e
del santuario, e le colloca “nella terra e nel popolo in seno ai quali il santuario
è sorto e si è sviluppato”. Un raro repertorio, molto documentato – raro in
Calabria, che non cura la ricerca storica. Lasciando però scoperta la domanda
principale: sì, ma perché a Polsi, luogo remoto da qualsiasi abitato e “inaccessibile”
- di difficile accesso (ancora oggi): al centro della montagna, a 800-900 metri
ma al fondo di uno strapiombo dal Montalto, 2000 m.?
La pratica dei luoghi, e
un minimo di riflessioni, aveva indotto qualche anno fa, successivamente alla
ricostituzione delle fonti storiche operata da Gemelli, e da altri sulla sua
traccia (la prima pubblicazione di questo Gemelli è del 1978, ed. Parallelo 38),
a collegare i tanti misteri persistenti del culto, e la collocazione del
santuario, in area remota e quasi inaccessibile, ai culti dendrici dell’antica
Grecia. Il che farebbe di Polsi il luogo di più antica tradizione religiosa e continuità
in Europa – uno dei primi post di questo sito
http://www.antiit.com/2007/09/polsi-il-luogo-di-culto-con-pi.html
è quello che ha
raccolto più visualizzazioni, alcune migliaia, specie in aree di emigrazione,
come gli Stati Uniti e l’Australia. Il culto nasce con l’“Aspromonte”, il nome
e la saga. Cioè col poema commissionato dai Normanni in occasione della Terza Crociata,
o Crociata dei Re, che riunì a Messina a fine Duecento i regnanti dell’Europa in
partenza per la Terrasanta - la “Chanson d’Aspremont”, poi volgarizzata e romanzata
(e ampliata) da Andrea da Barberino.
Con qualche “mancanza” tipografica - grave a p. 563 (che si sarebbe potuto correggere come nella vecchia editoria, con un foglio errata corrige).
Salvatore Gemelli,
Storia Tradizioni e Leggenda a Polsi d’Aspromonte, Gangemi, ill. pp. 578
€ 25
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