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Bob Marley, chi era costui
Un po’ di rastafarianesimo,
che non fu soltanto grandi cascate di broccoli - una derivazione del “garveysmo”,
il primo confuso nazionalismo africano degli afro-americani, Molte parole. Moltissimo
“fumo”. Poco reggae.
Sullo sfondo
anche una Giamaica che valeva più di un film. Sull’orlo di diventare mezzo secolo
fa, all’indipendenza, un’altra Haiti, di tutti contro tutti. Ma questo Marley è
preso quando prova a troncare la guerra civile con un concerto gratuito, ne
viene impedito da una gang che lo aggredisce a pistolettate, si ritrova
in Europa. In Belgio, Olanda, Danimarca, Germania Federale, Parigi, Londra (non
in Italia negli stadi, al Comunale di Torino e a San Siro, stipati in ogni
centimetro, al “riscaldamento” Pino Daniele….…). Continua a parlare molto, si
riunisce con la moglie vocalist, da cui si era allontanato, ritorna in
Giamaica, e poco dopo muore, di cancro.
Ci sono anche,
ricorrenti, le immagini di Bob bambino abbandonato, di padre bianco: emerge da
un bosco in fiamme, a volte salvato da una figura slanciata sul cavallo, e
sullo stesso cavallo un giorno il padre che abbandona la madre. Ma neanche il bimbo
abbandonato fa storia.
Come un’occasione
mancata – un racconto di progetti di racconti.
Reinaldo Marcus
Green, Bob Marley (One Love), Sky Cinema, Now
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