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Chi difende e perché l’immigrazione clandestina
Il traffico di esseri umani è fuorilegge, da
ogni punto di vista. Tanto più se si fa a rischio vita, cioè buttando i
migranti in acqua. Dopo avere esatto cifre astronomiche: in Africa, ma anche in
Bangladesh o in Iraq, le cifre di cui si parla per un passaggio del Mediterraneo
a rischio vita con i contrabbandieri, 5 o 7 mila dollari – ma anche solo mille
dollari - sono cifre enormi, mostruose.
Il mercato di esseri umani non si limita peraltro
al passaggio. I molti sono inquadrati da organizzazioni, piccole e grandi, a
scopo di sfruttamento (caporalato), e per attività illegali (spaccio) e disumane
(mendicità).
Su questo sfondo limaccioso, noto a tutti,
non si capisce l’impegno al “liberi tutti”, falso mercato della libertà, da
parte di persone che si dicono impegnate per i diritti umani: politici, giudici
e ong. Fulcro ne è l’industria dell’accoglienza, sotto insegne false di volontariato.
Degli ambienti un tempo confessionali, ora dominanti nel cosiddetto “terzo
settore”, o degli appalti pubblici nel sociale.
Un mercato della solidarietà si è costituto anche
attorno all’immigrazione legale. Forse poco ricco ma molto esteso – è il più
vasto del “terzo settore”, più dell’assistenza ai senza tetto o delle comunità di
recupero. A cui però si appaiano ambienti poco affini, e anzi mangiapreti, quali
sono i finanziatori alla Soros e i tanti giudici italiani.
I giudici si giustificano con la pregiudiziale
politica: fanno la lotta a Meloni. Ma, politicamente, non le fanno un favore? E
dunque, non resta che constatare: logge e sacrestie unite nella lotta – per fare più
morti?
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