Cerca nel blog

domenica 1 dicembre 2024

Ma queste guerre tra arabi sono molto “nostre”

Ci sono “guerre” tra sunniti e sciiti, compresi gli alauiti un po’ sciiti. E ci sono da qualche tempo jihad, guerre sante. Anche tra fratelli. Ma a questo punto, col jihadismo sunnita che parte dalla Turchia, dove si è addestrato ed è stato armato, troppe cose che erano nell’ombra e vengono alla luce non quadrano. È un jihadismo strano, non per la religione e non per la democrazia. Perché “gli arabi” sono fatti così, saltano sul tavolo e lanciano le tribù? No, quello è Lawrence d’Arabia, un film di masse: gli arabi non sono cretini, anzi piuttosto calcolatori. Il jihadismo ha messo e tiene in subbuglio il Mediterraneo orientale: è una spina nel fianco dei suoi stessi regimi, e del fianco Sud dell’Europa, organizzata e armata da non si sa chi, ma non nel vuoto. Evidentemente.   
Il punto di partenza è che in Turchia non si prepara una jihad di soppiatto: ogni atto è registrato, e represso, in Turchia. Anche un divieto di sosta nella più sperduta campagna attiva immediatamente un fischietto. Ma, poi, niente quarta del sommovimento arabo da venti anni a questa parte. Dalle “primavere arabe” della presidenza Obama, che hanno ribaltato i regimi militari arabi che gli stessi Stati Uniti avevano portato al potere negli anni 1960, in funzione anti-britannica. Col risultato che al Cairo un generale è succeduto a un altro generale dopo un paio d’anni di Fratellanza Mussulmana, che gli Stati Uniti ci assicuravano democratica, ma soprattutto si dedicava al velo e alle chiese, da incendiare o bombardare. In Libia è stato compiuto il disastro che sappiamo. In Iraq e in Siria la liberazione si è fatta aprendo la strada ai jihadisti. Aberrante: lo sciismo a Baghdad rischia di avvicinare l’Iraq all’Iran e il regime Assad in Siria, alauita quindi un po’ sciita, non è democratico, ma sostenere i jihadisti sembra aberrante. E però è stato fatto. E come tutto mostra si continua a farlo.
Dice: ma Assad si è messo con Putin. Sì, ma chi ce l’ha costretto? E che sostegno dà, può dare, a Putin?
Le guerre di Bush jr. all’Afghanistan e all’Iraq si potevano in qualche modo giustificare come una reazione, ance se bizzarra, all’attacco alle Torri Gemelle – il primo atto di guerra subito dagli Stati Uniti in territorio americano in oltre due secoli di storia. Ma le guerre-non-guerre di Obama nel Mediterraneo nei quattro anni della terribile Clinton al Dipartimento di Stato, riprese da un incredibile, se non fosse reale, Biden, hanno reso invivibile mezzo Mediterraneo. E non può essere un caso – una serie di errori? No, l’America sa quello che fa: analizza, discute, decide, programma, ordina, ha una politica estera, perfino ferrea.
Ora il messaggio è che i jihadisti turchi (??) ci libereranno da un regime asservito all’Iran e ala Russia. I jhadisti? Gli avranno pure insegnato a non tagliare più le teste, non in videoconferenza, ma cosa si costruisce col jihadismo?
Né bisogna dimenticare il passato, che non è fantasmatico. Quando Al Qaeda veniva organizzata e armata dagli Stati Uniti, contro la Russia. O il Gia algerino, Groupe islamique armé, che provocò 200 mila morti (e forse 500 mila), che aveva sede a Chicago – e a Londra si poteva fare pubblicità con un giornale, “Al Ansar”.

Nessun commento: