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Giallo d’acqua, sporca
Poirot nel dopoguerra
si è ritirato a Venezia in solitudine, in lite con l’umanità che tanta violenza
ha esercitato in guerra. Ma non pacificato – i suoi baffi su Kenneth Branagh
sono sempre ritti, ispidi. E si lascia perfino trascinare in una storia trucida
di spiritismi, morti improvvise, porte che sbattono, arpie che volano, bambini saputi,
su un sfondo cupo, di acque turbolente. Un guazzabuglio.
Branagh nei panni
d Poirot era inverosimile anche nel primo episodio del suo trittico, “Assassinio
sull’Orient-Express”. “Poirot e la strage degli innocenti” (tit. orig. “Hallowe’en
Party”), l’originale di Agatha Christie “Assassinio a Venezia”, non è a
Venezia, ed è cupo ma non catastrofico – fu pubblicato, nel 1969, con dedica a
P.G.Wodehouse, lo scrittore umoristico di Jeeves il maggiordomo. Branagh più
che a Poirot tiene alla sua opera di regista: nel primo episodio ha fatto un
racconto di un paio d’ore con protagonista la neve, i ghiacci, i silenzi (e un
Poirot mobile, quasi saltimbanco), nel secondo “Assassinio sul Nilo” la luce
che viene dal deserto (e un Poirot innamorato….), in questo l’acqua, brutta e
sporca.
Kenneth Branagh, Assassinio a Venezia, Sky Cinema, Now
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