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Giallo di garbo
Il progenitore della fortunata miniseries “Stucky”
di Rai 2, del bonario un po’ imbranato ispettore di polizia Stucky. Comandato
da Venezia a Treviso, la nuova città delle meraviglie, la grande sorpresa della
serie. Dove indaga su delitti di cui lo spettatore sa già (quasi) tutto. Senza
forzare, svolgendo, lento, la routine del mestiere.
Un personaggio come tutti – nel film è
accudito dallo zio materno, essendo rimasto orfano del padre, oltre che della
madre. E una tecnica del giallo garbato, senza colpi di scena né violenze. In
un ambiente tal quale, in città o in campagna, come lo si immagina, e come era:
una città d’acqua, e le colline vitate in ogni centimetro - “un ettaro costa
quanto un palazzo a Venezia” (costava nel 2017, quando il film fu girato).
Un esercizio gradevole per Padovan,
specialista di film documentari, e per lo spettatore. Di molte notevoli immagini,
e sempre distensivo malgrado la violenza sottesa. Con un incredibile Teco
Celio, in supporto di Battiston “Stucky” - figlio nella vita di un Onorato presidente
della Svizzera - nel ruolo del camposantaro che parla con i morti.
Antonio Padovan, Finché c’è prosecco, c’è speranza,
Rai 2, Raiplay
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