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Giallo suicida
Il giallo è come
dice il titolo: si parte da un suicidio. Commesso in una ricca dimora prospiciente
il Central Park a New York. Il padrone di casa, un imprenditore, si incarica di
sbrogliare la matassa retrospettiva che ha portato lo sconosciuto al suicidio, a
casa sua.
Un giallo a
ritroso: dato il delitto (qui non propriamente, trattandosi di un suicidio - dato
il morto), scoprire perché e come ci si arriva. Un procedimento non inconsueto,
anzi forse quello prevalente del gialo, il whodunit, di chi la colpa.
Questo si segnala per la complessità – l’ingegnosità – del ghiommero,
senza essere pretestuosa o elucubrata.
Un giallo del
1949, prima pubblicazione in America. Di autore ignoto, a parte il nome - dato
per morto in giovane età, per alcolismo, autore di due soli gialli, questo e “Qualcuno
alla porta”.
Una riedizione da
amatori di una ripresa, voluta da Sciascia, pubblicata da Sellerio nel 1990,
qualche mese dopo la sua morte – successivamente ripresa in allegato a “L’Unità”.
Con la nota di Sciascia sull’incredibile vicenda dell’autore e del libro. Letto
in treno in un vecchio giallo Mondadori, regalato a Guttuso, che poi l’ha
buttato via, e di recupero difficilissimo: niente più copie presso Mondadori,
niente dall’editore americano, niente copyright (il testo fu recuperato alla Library
del Congresso).
Geoffrey Holiday
Hall, La fine è nota, Sellerio, pp. 256 ril. €10
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