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martedì 10 dicembre 2024

I giudici si divertono

“È normale che nel cuore dell’Europa i figli vengano usati per ricattare i genitori?”, può chiedere, in ampio spazio, sul Corriere della sera”, Francesco Giorgi, velista, dottore in Scienze Politiche della Statale, ex segretario del maggiore imputato nel “Qatargate”, il processo belga al Parlamento europeo, del vicepresidente Pd dell’europarlamento cioè, nonché marito di Eva Kaili, altra vicepresidente del Parlamento, altra imputata: “Nel Qatargate hanno usato i figli contro di noi. Mi chiesero di accusare mia moglie”. Un processo creato dai servizi segreti belgi, per fare dimenticate le omissioni e le colpe nel terrorismo islamico, approfittandosi di un Procuratore della Repubblica alla Di Pietro ma meno accorto – il processo e lo scandalo sono finiti nel nulla, il Procuratore ha perso la reputazione e, pare, pure il posto.
In Belgio si vede che c’è ancora la divisione dei poteri: i giudici possono e devono applicare la legge, non inventarsela. Cose invece che si fa in Italia ora normalmente, anche se al Csm e al Quirinale c’è un giurista. Con il “concorso esterno nei reati associativi”. Norma non legislativa ma giurisprudenziale – nella Costituzione è il Parlamento che fa le leggi. Non solo, ma che consacra l’arbitrio dell’accusa, non consentendo la difesa: l’imputato sa soltanto dalla sentenza, cioè “dopo”, se è colpevole di questo “reato”. Due abusi in no. Non da piccoli mafiosi.
Per non dire dell’assurdo business dei sequestri preventivi dei beni degli accusati, ben prima della sentenza. Una forma di furto legale: da parte dei curatori, nominati ad arbitrio del Procuratore che indaga e di cui niente mai resta alla fine della curatela, non per lo Stato, se si arriva a una condanna, non per i malcapitati che fossero poi assolti. Tutto viene passato ad arricchire i curatori, con varie procedure, tutte peraltro note, esercitate pubblicamente.
Nel processo Toti ora un nuovo reato è stato inventato – scavando nell’assurda Legge Severino (la legge di un avvocato, per quanto quotato, che fa acqua da tutte le parti): la corruzione con mezzi legali, per avere applicato le leggi. Come dire: governa legalmente e sei corrotto.
Sono enormità. Possibili nel vuoto politico.
Una riforma della giustizia è necessaria, se questi abusi sono considerati legali, dal presidente del Csm e della Repubblica, e non dai giornalisti scandalistici. È una legge sensibile, e andrebbe fatta col maggiore consenso possibile. Ma viene ridotta in Italia a partita governo-antigoverno. Tutto quello che il governo fa, se propone una legge di riforma della giustizia, l’opposizione contesta. Intanto i giudici si divertono – in Italia sono giudici anche i Procuratori, che altrove sono sbirri, dotti in procedure.

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