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Il problema dell’Italia è l’America, - ma non l’Argentina
Con la visita a Roma di Milei, basettoni, sfottò,
noncuranza, ritorna l’Argentina come brutta copia dell’Italia.
O fantasma dell’Italia, quale l’Italia potrebbe diventare, se non…. Oggi ne fa
la sintesi Cazzullo, sul “Corriere della sera”: “L’Argentina, con l’inflazione
che Milei si vanta di aver ridotto al 124 per cento, è per noi un memento di
come potrebbe essere ridotta l’Italia senza l’ancoraggio europeo”.
Che c’entra l’Italia con l’Argentina? Da
qualche decennio il tormentone mancava.
Ignoranza dell’Argentina?
Sicuramente del problema italiano, il debito, creato con la corsa a entrare nell’euro,
auspici Ciampi, Draghi e Prodi, senza prima consolidare il debito stesso (l’Italia
entrò nell’euro con la barzelletta del prestito forzoso di 35 mila lire per
ogni contribuente, per “rientrare nei parametri”). E da allora il debito si moltiplica
da solo.
Da trent’anni l’Italia
ogni anno stringe la cinghia – spende meno di quanto incassa (il famoso “attivo
primario”). Ma ogni anno deve pagare una taglia di 50 miliardi. Per interessi
che le agenzie del credito tengono altissimi - con la ridicola ragione che l’Italia
non è più affidabile del Paraguay, e anzi peggio della Bulgaria (agenzie
americane, per investitori americani: quindi, se si vuole, l’America c’entra,
ma non è l’Argentina).
50 miliardi l’anno
non sono pochi – farebbero un paese ricchissimo.
La crisi del debito non è una novità.
Carlo Cipolla, storico dell’economia, lo spiega nella sua “Storia facile dell’economia
italiana dal Medioevo a oggi” – facile e accessibile, costa solo 13 euro: l’unità
si è fatta a debito, e ogni pochi anni dopo l’unità l’indebitamento è diventato
critico. Nel dopoguerra l’ottima politica di Einaudi, La Malfa, un po’ anche Carli,
aveva evitato il cappio. Ma cinquant’anni fa, esattamente, col bilancio del 1974,
finito il boom con la guerra del petrolio, e con le casse prosciugate per
pagare gli sceicchi, è riapparso, e con l’inflazione si è moltiplicato
rapidissimamente. Andava consolidato entro i parametri europei, prima dell’entrata
nell’euro, come chiedeva la Bundesbank.
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