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martedì 10 dicembre 2024

Israele über alles

Non una storia, un pamphlet politico. Sul prima e il dopo dell’attacco palestinese del 7 ottobre, per quanto si possa derubricarlo da atto di guerra a terrorismo – ma le forze armate israeliane svi ono impegnate da oltre anno a pieno organico e potenza di fuoco. Non ci sarà pace per Israele con la politica del Grande Israele.
Il suicidio è per la storica non tanto di Israele qual è, una realtà ben imperiale benché piccola – o tanto più perché piccola - ma di un’idea di Israele. Quella del primo sionismo, che cercava un posto al sole, nel mezzo e con gli arabi della Palestina. Con molto socialismo diffuso (organizzazione del lavoro, urbanizzazione, sanità, scuola). Il “suicidio” è quindi di un’utopia. Perché gli ebrei dovrebbe essere diversi dagli altri popoli - cioè buoni e cattivi?
L’approccio storico però rimane, al fondo. La pace, un riassetto giusto, è possibile perché è già avvenuto. Stava per avvenire, quando Israele si era affidata a Shimon Peres, premio Nobel per la pace, e a Itzakh Rabin, l’ex generale che la pace aveva negoziato e definito. Rabin è stato ucciso, e questo è bastato per dare a Israele un’altra natura, di stato imperialista.  
Anna Foa, Il suicidio di Israele
, Laterza, pp. 104 € 15

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