skip to main |
skip to sidebar
La strana guerra Usa-Cina
Sono ormai cinque anni, dalla controffensiva all’iniziativa
cinese della Belt and Road Initiative (Bri), detta “Nuova via della seta”, che
l’Europa deve ridurre gli scambi industriali e commerciali con la Cina, per
assecondare le strategie americane. Ridurre o bloccare, per le incontestabili “ragioni
di sicurezza”, gli investimenti cinesi, e ridurre perfino l’export.
Lo stesso sembra avvenire nei rapporti degli Stati
Uniti con la Cina. Che però, sotto le schermaglie giornaliere di hackeraggi, spionaggi
(ora coi palloncini, o con i droni - in arrivo dalla Cina, a long way) se si guarda ai dati reali, della bilancia dei
pagamenti, restano floride. La bilancia commerciale, esportazioni e importazioni
di merci, è sempre favorevole alla Cina – gli Usa avranno ridotto la “dipendenza”,
cioè le importazioni, ma non di molto. La bilancia dei pagamenti, che è quella
che conta, pende invece tutta per l’America: gli Stati Uniti pagano per le
importazioni con dollari americani naturalmente, che gli esportatori cinesi usano
per lo più per investimenti finanziari in America. In titoli del Tesoro americano,
oppure di agenzie federali americane (le vittime maggiori della crisi del 2007 furono
probabilmente gli investitori cinesi, grandi sottoscrittori di “Fanni Mae” e “Freddie
Mac”, Federal National Mortgage Association e Federal Home Loan Mortgage
Corporation - le finanziarie pubbliche create nel 1933 tra le misure anti-crac, che
rifinanziavano i mutui immobiliari per ridurne gli oneri per le famiglie (quelle
dei mutui sub-prime, infetti: si arrivava a ipoteche di quarto e
quinto grado….).
Nessun commento:
Posta un commento