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venerdì 20 dicembre 2024

Ombre - 751

“Il Sole 24 Ore” rimedia alla classifica della vivibilità con cui ha condannato Reggio Calabria all’ultimo posto e pubblica una corrispondenza in cui tutto funziona. Perfino l’aeroporto, da sempre disastrato. È cambiato tutto in pochi giorni?0
Il giornale della Confindustria non si rende conto dei danni (e dei vantaggi) che procura con le sue classifiche? Oppure sì. E quanto rendono?


Terrificante pubblicità di Mediolanum; negli ultimi dieci anni la ricchezza pro capite in Italia è cresciuta di poco o nulla: del 10,5 per cento. In Francia è cresciuta del 40,9 per cento, in Germania di una solido 84,3 per cento - negli Stati Uniti del 150. Il famoso vincolo europeo di Ciampi e Draghi che doveva avviare il circolo virtuoso dei conti italiani è stato un capestro: saldi di bilancio pubblico ogni anno attivi, il famoso stringere la cinghia, in una automutilazione senza fine. 

 
“Capodanno, si cercano artisti stranieri”. Cronache romane – ora pure nazionali - in ansia, “la Repubblica”, “Corriere della sera”, un po’ anche “il Messaggero” (non ha lettori giovani – non s’illude?) sul concerto di Capodanno del Campidoglio. “Campidoglio in difficoltà dopo il no a Tony Effe e la rinuncia di Mahmood e Mara Sattei”. È una questione di libertà di espressione, o si tratta di salvare la faccia a Gualtieri, grande sindaco (degli appalti)?


La censura a Tony Effe non è piaciuta agli altri artisti del concertone. E allora un piedistallo al sindaco-eroe spazientito: “Roma è e resta una città aperta, e che ama l’arte e la musica in tutte le sue forme”.  Due pagine, perbacco!

Ma c’è di più. Roma - il Campidoglio, gli assessori, il sindaco Gualtieri - aveva posto Tony Effe al centro del concerto di Capodanno senza saperne niente, giusto perché Elly Schlein si era fotografata a ballare un suo motivo. Sembra incredibile, ma è vero.

L’arbitro di Paris Saint-Germain-Monaco, Letexier, “il migliore di Francia”, non punisce una scarpata in faccia a Donnarumma. Una botta di piatto, con tutti i tredici tacchetti sulla guancia. È così adesso. Si vedono in campo prese da lotta libera, anche di catch, insistite, che nessuno fischia. Si punisce solo il tocco al piede, e il rimbalzo della palla sul braccio – col fuorigioco di un centimetro dopo le molteplici visure tv (si fa calcio per la televisione, immagini di immagini). Con arbitri come i giudici: i più bravi conoscono i regolamenti.

Dopo una campagna acquisti di (almeno) 200 milioni, e un nuovissimo allenatore miracoloso, la Juventus ha nove punti in meno rispetto a dodici mesi fa. Ciononostante viene magnificata. Per tirarla su in Borsa? Si sa, anima del commercio è la pubblicità, ma lo sport non è più altro?


Si ricorda in morte il pm di Milano addetto al terrorismo, Ferdinando Pomarici. Ma non si ricorda la condanna di Adriano Sofri quale mandante dell’assassinio del commissario Calabresi, che lui sapeva falsa. Basata sulla testimonianza dell’assassino e contro ogni altra evidenza. Testimonianza da lui preparata, o da lui col colonnello dei Carabinieri Bonaventura, dei servizi segreti (poi morto di “infarto”, prima della pensione), in una settimana di colloqui non verbalizzati con Marino. Contro ogni procedura d’obbligo per l’audizione dei “pentiti”. Servita poi, benché confusa contradittoria, in ben tredici processi palesemente “politici”, cioè manovrati.

Si vuole una “guerra delle cifre” sui morti a Gaza. Fra “The Lancet”, la bibbia inglese della medicina, che due mesi fa stimava i morti a “186 mila o anche più”. Oppure “Le Monde”, che il 7 ottobre concludeva che le cifre di Hamas erano “affidabili e forse perfino sottostimate” - basandosi sulla veridicità di “un documento di 649 pagine” redatto a metà settembre, con dati al 31 agosto, che elencava esattamente 34.344 morti, identificandoli (nome, sesso, nascita). E una Henry Jackson Society inglese, che i palestinesi morti riduce a 46 mila, di cui 17 mila “combattenti di Hamas” e 5 mila di morte naturale. Spiegando che questo istituto è di destra. Senza dire che è “vicino” ai servizi segreti inglesi.  

Si fa forte Meloni al Senato del Superbonus. L’Italia paga ogni anno 50 o più miliardi di interessi sui Bot e pazienza, con le agenzie (americane) di rating non si può nulla. Ma ne paga anche 35-40   per il Superbonus. Varato dai partiti oggi all’opposizione, 5 Stelle e Pd, dal sindaco Gualtieri allora ministro del Tesoro. Un regalo contro ogni buonsenso, anche politico o di classe, alla ricchezza. Incredibile, ma è avvenuto e si paga caro. E nessuno chiede scusa.

Il “Corriere della sera” rilancia al centro del villaggio Romano Prodi, 85 anni. Il nuovo che avanza? E lo affida a Roncone, specialista del gossip.

La giornalista Rai Sara Giudice e il marito Nello Trocchia, La 7, ex Rai 2, autore di molti libri sulla criminalità, sono denunciati da una collega di violenza sessuale, in tassì, dopo somministrazione di una droga A Ferragosto. L’accusa fa le cronache fino a metà dicembre, quando un giudice trova il tempo di interinare l’assoluzione già richiesta dalla Procura della Repubblica, che aveva indagato la denuncia, a fine agosto. Ma di nuovo si pubblicano le foto della coppia e non dell’accusatrice. Di cui non si fa, per paura?, nemmeno il nome. Nemmeno dei suoi avvocati, in genere donne, della genia specializzata nelle cause per danni – a percentuale del risarcimento. Una moda molto americana, e molto mafiosa.

Lei intanto, Sara Giudice, è stata licenziata, nei quattro mesi di durata del “processo”. La sentenza non condanna l’accusatrice ai danni. Si può diffamare liberamente. E guai a criticare la giustizia.

“Lo vogliamo dire che la destra non sta dando risposte alla domanda di sicurezza delle persone?”, Stefano Bonaccini, già concorrente di Elly Schlein alla guida del Pd. Il giorno dopo le “manifestazioni di massa” contro il decreto sicurezza del governo. Come criticare da sinistra la destra, con la destra estrema?
Bonaccini, il solito ex Pci pronto a tutto. Ma che sprezzo del ridicolo.

“Migliaia sfilano per i diritti”. Non ventimila, forse nemmeno diecimila. Ma nessun giornale lo dice. Invece, a corpo grande: “Tra i manifestanti sindacalisti, studenti, attori”. Un pubblico selezionato.
La protesta è per la libertà di protesta. Dai Parioli a piazza del Popolo, la Roma bene.
 
Hanno sempre più spazio gli avvocati (ma sono soprattutto avvocatesse) a percentuale che fanno causa per lauti accordi. Quelli (quelle) dele ginnaste che si sono visti respingere le denunce spopolano ora sui giornali, con paginate di intercettazioni sulle conversazioni tra i responsabili del settore. Da Malagò in giù.
In America, dove gli avvocati a percentuale si sono inventati, le loro “carte” escono sul giornali scandalistici. In Italia in prima pagina sui grandi giornali.

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