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Autoconservazione – A undici settimane dal concepimento struttura e
funzione del timo (l’organo che insegna alle nostre cellule come difendersi da
infezioni e tumori, sono già formate. Il nostro sistema immunitario esiste
prima che veniamo al mondo”, Giuseppe Remuzzi. La vitalità ci supera alla
nascita. E alla morte?
È una funzione naturale, ma con qualcosa, più di
una, sovrannaturale: siamo nutriti, in totale gratuità, già nello stadio
pre-natale.
Cinema - Dove si colloca col suo essere che è non essere?
È fatto del suo stesso linguaggio, come la
musica? O di miti, retoriche ordinate – cliché?
Democrazia – È la politica. Un gioco delle parti.
È teatro, come la politica? No, è istituzione.
Convenzione fissata, ferma. Condivisa e poi impermeabile alle sollecitazioni,
entro i limiti della “interpretazione” giuridica.
È la politica approdata. A una comunità. A una
condivisione cioè di principi e giudizi.
È passata dal coinvolgimento delle masse, sezioni,
comizi, dibattiti, manifestazioni, iniziative e informazione diffusa, a esercizio
per pochi, professionisti della piccola politica, peraltro anche loro disappetenti.
La grande massa degli aventi diritto diserta ormai abitualmente il voto – si
eleggono sindaci di città come Anzio e Nettuno 60 e 50 mila abitanti, col voto
del 20 per cento degli aventi diritto.
Non è una specificità italiana, è un fatto diffuso.
L’Italia, la cui esperienza democratica è recente - data dal 1946, suffragio universale
al referendum, e dal 1948, la Costituzione – ha sperimentato radicalmente (rapidamente)
ascesa e caduta del modello. Dalla enorme partecipazione popolare al voto
all’inerzia. Dai milioni di iscritti ai partiti, e dai giornali (opinione pubblica)
diffusi in sei-sette milioni di copie al giorno, al niente, praticamente. Già
da trent’anni. Dall’assalto della magistratura alla politica, in tutte le sue
forme – con l’alibi forzoso della lotta alla corruzione, essendo personalmente corrotti
i magistrati più oltranzisti (la giustizia politica è la forma peggiore della
corruzione, più delle promozioni, gli incarichi, le prebende). E d’altra parte,
si dice, se la democrazia è crollata sotto i colpi della Procura di Milano, tanto
forte non era.
Una conclusione in linea con l’“informazione”,
oggi social. Cioè della disinformazione al potere.
La democrazia è oggi – nell’era del mercato, in
parallelo con la rete – svuotata. “Realizzata” come concetto, “uno vale uno”, ma
svuotata di ogni nozione o senso di autorità o governabilità. Di autonomia del
politico che non sia puramente verbale – un like digitale. S’innesta qui
l’insorgenza rapida e vasta del populismo – sotto le varie declinazioni:
sovranismo, comunitarismo, autenticità, patria, nazione. Tutte di per sé
nobili. Ma tutte esito di quell’offensiva, reiterata e ancora forte trent’anni
dopo, che la politica è uno sporco affare.
Dio
-
L’uomo essendo potente, Dio, che è
tutti gli uomini, è onnipotente? Verità semantica, quasi storica?
Diritto
–
Nasce maschile – quindi come forma del maschilismo? La cosa è risaputa, ma è sempre sorprendente.
Nella Bibbia si giura toccando i
testicoli. Poi con l’avambraccio alzato. Il diritto, la potenza, è tutto in
quelle parti: testa, testone, teste, testicolo, testuale, testata.
Fede – Quella religiosa è una virtù e un dono, nel
vecchio catechismo. Lo è, virtù e dono, come la speranza e la carità. Un
esercizio.
Lettura – Si trova sommersa dall’informazione, indigeribile.
Ma, poi, qual è l’effetto formativo della lettura? Ne sa più lo
studente classico italiano che a tavolino analizza Manzoni, o il ragazzotto yankee che legge, in treno, i romanzacci?
Noia
- Dopo
Pascal, è la peggiore disgrazia degli esseri umani. Agita la Julie di Rousseau.
Doma Schopenhauer vecchio. La noia o bisogno di emozioni - lo stesso che porta
le folle attorno alla ghigliottina.
Opera dei pupi – Non ha più pubblico. Infantile ce l’avrebbe,
ma non c’è più infanzia per i genitori – i saraceni siamo noi.
Politica – È un gioco delle parti. Libero.
Teatrale anche, nelle stesse personificazioni –
un tempo i comizi, ora la tv (pose, tempi, sceneggiate, con pose in studio e
studio delle pose) e i social, con le speciali grammatiche di ognuno di essi
(X, instagram, facebook, tiktok,
etc.). Con ruoli anche prefissati -
maschere. Con quinte, scene, suggeritore, letture, prove. Ma poi libero,
all’interpretazione, improvvisazioni comprese – estri, dimenticanze. Con
successi e fallimenti.
Strutturalismo - Lo
strutturalismo è sapere metodologico, incapace di entrare nella verità, la
quale è fatti e persone, voglie, dolori. È quindi una regressione. In chiave di
novità è un progresso, storia ascendente. Dalle premesse però fiacche:
uniformità, spassionata.
Verità – È fede? Non balzana come ipotesi. Ci sono cose che non si possono capire,
non si spiegano, ma si sanno.
Uno che
è stato cacciatore per centomila anni, o duecentomila, e nel Duemila si trova
seduto pendolare sul tram, ogni giorno uguale all’altro, qualche turba ce l’ha.
Perché
un medico che disossa un essere umano è un benefattore, e gli altri settatori
sono assassini? Questo è un falso problema di base, una ragione c’è. Ma perché
le persone forti si occupano delle disgrazie altrui? Principalmente per
sfuggire alla noia, dice madame Condorcet. Un ragione (verità) spesso non c’è,
e questa è una verità.
Il sospetto, strumento di verità, approda inevitabile a un’ontologia
conchiusa, la psicosi del complotto. Per cui un Hitler, per fare un esempio,
fenomeno dichiarato e manifesto, viene avvolto di segreto, e ogni evento della
vita quotidiana diventa assimilabile a Hitler. La vita, che si manifesta
essendo, diventa un non luogo e un non ente.
Quando Constant
insiste: “Nessun uomo ha diritto alla verità che nuoccia ad altri”, se la cava col
dovere di “essere veridico (onesto) in tutte le proprie dichiarazioni”. Dalla
verità alla veridicità?
zeulig@antiit.eu
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