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mercoledì 11 dicembre 2024

Secondi pensieri - 549

zeulig


Autoconservazione
– A undici settimane dal concepimento struttura e funzione del timo (l’organo che insegna alle nostre cellule come difendersi da infezioni e tumori, sono già formate. Il nostro sistema immunitario esiste prima che veniamo al mondo”, Giuseppe Remuzzi. La vitalità ci supera alla nascita. E alla morte?
È una funzione naturale, ma con qualcosa, più di una, sovrannaturale: siamo nutriti, in totale gratuità, già nello stadio pre-natale.
 
Cinema
- Dove si colloca col suo essere che è non essere?
È fatto del suo stesso linguaggio, come la musica? O di miti, retoriche ordinate – cliché?
 
Democrazia – È la politica. Un gioco delle parti.
È teatro, come la politica? No, è istituzione. Convenzione fissata, ferma. Condivisa e poi impermeabile alle sollecitazioni, entro i limiti della “interpretazione” giuridica.   
È la politica approdata. A una comunità. A una condivisione cioè di principi e giudizi.

 
È passata dal coinvolgimento delle masse, sezioni, comizi, dibattiti, manifestazioni, iniziative e informazione diffusa, a esercizio per pochi, professionisti della piccola politica, peraltro anche loro disappetenti. La grande massa degli aventi diritto diserta ormai abitualmente il voto – si eleggono sindaci di città come Anzio e Nettuno 60 e 50 mila abitanti, col voto del 20 per cento degli aventi diritto.
Non è una specificità italiana, è un fatto diffuso. L’Italia, la cui esperienza democratica è recente - data dal 1946, suffragio universale al referendum, e dal 1948, la Costituzione – ha sperimentato radicalmente (rapidamente) ascesa e caduta del modello. Dalla enorme partecipazione popolare al voto all’inerzia. Dai milioni di iscritti ai partiti, e dai giornali (opinione pubblica) diffusi in sei-sette milioni di copie al giorno, al niente, praticamente. Già da trent’anni. Dall’assalto della magistratura alla politica, in tutte le sue forme – con l’alibi forzoso della lotta alla corruzione, essendo personalmente corrotti i magistrati più oltranzisti (la giustizia politica è la forma peggiore della corruzione, più delle promozioni, gli incarichi, le prebende). E d’altra parte, si dice, se la democrazia è crollata sotto i colpi della Procura di Milano, tanto forte non era.
Una conclusione in linea con l’“informazione”, oggi social. Cioè della disinformazione al potere.
 
La democrazia è oggi – nell’era del mercato, in parallelo con la rete – svuotata. “Realizzata” come concetto, “uno vale uno”, ma svuotata di ogni nozione o senso di autorità o governabilità. Di autonomia del politico che non sia puramente verbale – un like digitale. S’innesta qui l’insorgenza rapida e vasta del populismo – sotto le varie declinazioni: sovranismo, comunitarismo, autenticità, patria, nazione. Tutte di per sé nobili. Ma tutte esito di quell’offensiva, reiterata e ancora forte trent’anni dopo, che la politica è uno sporco affare.   
 
Dio - L’uomo essendo potente, Dio, che è tutti gli uomini, è onnipotente? Verità semantica, quasi storica?
 
Diritto – Nasce maschile – quindi come forma del maschilismo? La cosa è risaputa, ma è sempre sorprendente.
Nella Bibbia si giura toccando i testicoli. Poi con l’avambraccio alzato. Il diritto, la potenza, è tutto in quelle parti: testa, testone, teste, testicolo, testuale, testata.
Fede – Quella religiosa è una virtù e un dono, nel vecchio catechismo. Lo è, virtù e dono, come la speranza e la carità. Un esercizio.

Lettura – Si trova sommersa dall’informazione, indigeribile.
Ma, poi, qual è l’effetto formativo della lettura? Ne sa più lo studente classico italiano che a tavolino analizza Manzoni, o il ragazzotto yankee che legge, in treno, i romanzacci?
 
Noia - Dopo Pascal, è la peggiore disgrazia degli esseri umani. Agita la Julie di Rousseau. Doma Schopenhauer vecchio. La noia o bisogno di emozioni - lo stesso che porta le folle attorno alla ghigliottina.


Opera dei pupi – Non ha più pubblico. Infantile ce l’avrebbe, ma non c’è più infanzia per i genitori – i saraceni siamo noi.

Politica – È un gioco delle parti. Libero.
Teatrale anche, nelle stesse personificazioni – un tempo i comizi, ora la tv (pose, tempi, sceneggiate, con pose in studio e studio delle pose) e i social, con le speciali grammatiche di ognuno di essi (X, instagram, facebook, tiktok, etc.). Con ruoli anche prefissati - maschere. Con quinte, scene, suggeritore, letture, prove. Ma poi libero, all’interpretazione, improvvisazioni comprese – estri, dimenticanze. Con successi e fallimenti.   
 
Strutturalismo - Lo strutturalismo è sapere metodologico, incapace di entrare nella verità, la quale è fatti e persone, voglie, dolori. È quindi una regressione. In chiave di novità è un progresso, storia ascendente. Dalle premesse però fiacche: uniformità, spassionata.
 
Verità – È fede? Non balzana come ipotesi. Ci sono cose che non si possono capire, non si spiegano, ma si sanno.
Uno che è stato cacciatore per centomila anni, o duecentomila, e nel Duemila si trova seduto pendolare sul tram, ogni giorno uguale all’altro, qualche turba ce l’ha.
 
Perché un medico che disossa un essere umano è un benefattore, e gli altri settatori sono assassini? Questo è un falso problema di base, una ragione c’è. Ma perché le persone forti si occupano delle disgrazie altrui? Principalmente per sfuggire alla noia, dice madame Condorcet. Un ragione (verità) spesso non c’è, e questa è una verità.
 
Il sospetto, strumento di verità, approda inevitabile a un’ontologia conchiusa, la psicosi del complotto. Per cui un Hitler, per fare un esempio, fenomeno dichiarato e manifesto, viene avvolto di segreto, e ogni evento della vita quotidiana diventa assimilabile a Hitler. La vita, che si manifesta essendo, diventa un non luogo e un non ente.
 
Quando Constant insiste: “Nessun uomo ha diritto alla verità che nuoccia ad altri”, se la cava col dovere di “essere veridico (onesto) in tutte le proprie dichiarazioni”. Dalla verità alla veridicità?

zeulig@antiit.eu

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