sabato 20 aprile 2024
La sanità si vuole privata
Resiste solo l’Europa,
nel resto del mondo, Cina compresa, la sanità è prevalentemente privata, o orientata
verso il privato. Nel 2019, utimo dato disponibile, la componente pubblica della
spesa sanitaria complessiva era nell’Unione Europea al 75 per cento della spesa
totale, contro una media mondiale (che tiene conto anche della Ue) del 60 per
vento.
La sanità è per i ricchi
La spesa sanitaria globale mondiale è più
che raddoppiata nei primi venti anni del Millennio, ma con diversa velocità per
le varie aree. È aumemtata in media del 160 per ento nei paesi Ocse (industrializzati,
“occidentali”), del 145 per cento nell’area euro, dove però era già alta, e del
118 per cento nei paesi “a basso reddito”, l’ex Terzo mondo. Con divaricazioni
elevate tra paese e paese – si faceva l’esempio della Repubblica Democatica del
Cngo, dove si spendono 45 dollari a testa per la sanità, e gli Stati Uniti, 12
mila dollari l’anno. La media dei paesi “a bass reddito” è di 100 dollari pro
capite l’anno, tra i membri Ocse (compresi quindi Usa, Giappone, Canada, Australia,
Nuova Zeanda) di circa 5.900, nell’area euro (con l’Europa occidentale integrata
dai paesi dell’Europa orientale e dei Balcani) di 5.300.
Il paese dove la spesa sanitaria è più
alta sono, a lunga distanza dagli altri, gli Stati Uniti, con il 15 percento
del pil, 8 mila dollari l’anno pro capite, il doppio della media Ocse.
Un amore saporito e semplice, in tarda età in tarda età,
Un amore in tarda età, tra due vedovi, nemmeno belli, afflitti da figli invadenti e distratti. Nato e
vissuto senza più, spontaneo, naturale, nel corso delle cose, come ogni altro
innamoramento. In an Marsiglia non di maniera, un po’ disastrata. Senza nemmeno
più passione politica, tra l’impegno “sociale” dei giovani e le diatribe incessanti
dei maggiori. Attorno a un matrimonio in una famiglia armena. Che è un mondo a
parte: “Marsiglia non fu fondata dai Focesi ma dagli Armeni” è una delle
battute – vagavano già a quel tempo.
Una parabola felice si direbbe sul nulla. Sulle occorrenze di ognuno ogni
giorno. I figli irrispettosi, non cattivi ma distratti. Le fantasime dei figli –
andare a fare la guerra per l’Armenia contro i turchi azeri e il loro patrono il
fascista Erdogan, il volontariato generoso in casa d’altri, le sinistre
politiche che – Elly, Conte, Fratoianni (ma Conte è di sinistra?) litigano per fare le liste.
Il racconto è di un amore semplice, accanto a quelli complicati dei
giovani. Dopo quasi trent’anni Guédiguian ricrea le magie di “Marius e Jeannette”.
Con un taglio alla “Il mio grosso grasso matrimonio greco”, di una comunità piccola
che si vive come il centro del mondo – con la stessa ironia lieve. Con ortodossie
sventate in un gustoso omaggio all’Italia – o al coproduttore Barbagallo con la
Bibi Film. La famiglia armena, lei di nome Rosa, suo fratello di nome Antonio, “in
omaggio al grande comunista Antonio Gramsci”, è passata evidentemente dall’Italia
(da Livorno, c’è anche l’“armeno errante”?), prima di approdare a Marsiglia. E “il
piatto nazionale armeno” di cui la famiglia è ghiottissima, si compone di pasta,
con alici e capperi, e si chiama, anche in originale, “alla puttanesca”. Un
omaggio anche a Sironi, l’inventore del Montalbano televisivo, di cui
Guédiguian adotta l’inquadratura chiave della serie, la loggetta sul mare.,
Robert Guédiguian, E la festa
continua!
venerdì 19 aprile 2024
Problemi di base universali - 800
spock
Perché l’uomo non sarebbe al centro
dell’universo?
Non lo è più, lo era prima - usurpava?
Ma il mondo non si trovava bene con l’Uomo al
centro?
Bene, insomma: meglio?
Il mondo si pensa da solo?
L’universo può distruggere l’uomo, l’uomo
all’universo gli fa un baffo, e allora?
L’universo non sa neanche di esistere: il caos è
più del sapere?
spock@antiit.eu
La sanità si moltiplica
La spesa sanitaria, corrente, pro capite,
annuale, si è triplicata (poco meno) nel mondo nel primo ventennio del
millennio: da 599 dollari nel 2000 a 1.535 dollari nel 2020. Ma con differenze
elevate tra i vari paesi, dai 45 dollari a testa per anno nel Congo ai 12 mila
negli Stati Uniti.
In Cina è aumentata di quasi sette volte,
da 140 a 962 dollari. In Corea del Sud di cinque volte, da 726 a 3.800 dollari.
In Indonesia è quadruplicata, da 95 a 415 dollari. In India da 86 a 191. In
Brasile da 751 a 1.500.
L’aumento della spesa sanitaria, anche
nei paesi dove è maggiore, è tuttavia sempre ridotto rispetto al pil. Eccetto
che in Corea, dove è passata nel primo ventennio dal 3,9 all’8,2 per cento del
pil. In Cina la percentuale è rimasta pressoché invariata, nel primo decennio,
attorno al 4,5 per cento del pil, poi è salita al 5,4. In Brasile la quota
sanitaria del pil è cresciuta di poco, dall’8,3 al 9,6 per cento. In Indonesia
dall’1,8 al 2,9. In India è diminuita, dal 4,2 al 2,9.
Guerre di mafia in ospedale
“Mercy” è il nome di un ospedale. Teatro di una guerra di mafie.
Un’eroina dottoressa, abilissima chirurga in Afghanistan, vedova di un impegnato
chirurgo ucciso in Afghanistan, ora in ospedale dopo una vita in trincea, tra gli
sbudellamenti bellici, si trova nuovamente sotto il fuoco. Salverà il salvabile,
compreso il ragazzo suo figlio, dal fuoco incrociato delle mafie. Un trhiller
d’azione, che a volte sembra una parodia.
Un film “bello”, ma non si sa che dirne. Troppa mafia, anche se di bande
irlandesi, anche in ospedale. Un curioso film macchietta di un film d’azione,
cui Jon Voight si presta, diventa così, oltre che inverosimile, anche noioso. O
il regista, sudafricano naturalizzato canadese, specializzato in serie tv, voleva
fare un film serio? Sui canoni freddi – seri? preoccupati (impegnati)? parodistici?
– del cinema canadese, se ce n’è uno.
Tony Dean Smith, Mercy, Sky Cinema
giovedì 18 aprile 2024
Letture - 548
letterautore
Blitzkrieg - “I tedeschi non sono
riusciti ad andare a Mosca con tutto il loro esercito motorizzato, i francesi
sotto Napoleone ci arrivarono e a piedi” – Gertrude Stein, “Guerre che ho visto”,182.
Dante – “Grandissimo
e reazionario se mai ve ne furono”, U.Eco, “Il costume di casa”, 159
Entroterra – È il cuore dell’Italia,
nel viaggio-visione che Yves Bonnefoy ha fatto nei suoi anni verdi e registrato
nel 1972 in “L’arrière Pays”. L’Italia della recente voga dei “borghi” – dei
borghi “patrimonio dell’umanità”. Un mondo
destinato ora alla scomparsa, nel mentre che si celebra burocraticamente all’Unesco.
Sotto i colpi dell’emigrazione, della denatalità, e delle tasse di ogni tipo,
possesso, anche se non fruito, reddito (presunto), con addizionali, comunale e
regionale, e servizi di ogni tipo, anche non resi o non fruiti, Imu, Tari, ora
perfino l’elettricità. Una serie di “patrimonialine” , di tasse cioè, a
prescindere dal reddito, che dal governo Monti in poi (2011) si accumulano sulle
“seconde case”, la case di famiglia – dei genitori, dei nonni. Cinque-sei milioni di case, quasi tutte unfamiliari. Destinate quindi
all’abbandono – anche se la disappropriazione è complicata. Quella del giovane
Bonnefoy è un’Italia tra Siena e Urbino, speciale, ma pur sempre a cavaliere
dell’Appennino: “la Toscana del Sud, un po’ dell’Umbria, le Marche, il Nord del
Lazio”, e perfino la Capraia, oggetto del “pensiero desiderante” – vista dalla
barca, perché poi, avvicinandosi, risulta “costa breve, terra da niente”. L’Italia
che gli evocava evoca “il buio”, il rovescio dei sassi al sole della “strada
bianca”, per i tanti passati che si accumulano e non si cancellano, o si
sublimano nell’inconscio.: “Le paure più arcaiche, le intravisioni più
fuggitive, e le grida nel nero, anche a mezzogiorno: credo, ho torto,
d’incontrarli ovunque nell’immaginario italiano”. E per il numero, le geometrie
che l’Italia ricompone. Ricomponeva.
Furto creativo – Vi eccelleva
Calvino, secondo Gabriele Pedullà, “Calvino e la memoria (partigiana) di Tito
Livio”, (“Il Sole 24 Ore Domenica”), a proposito dell’aneddoto del corvo che appare
e “sana” lo scontro tra i due nemici – l’aneddoto calviniano di “Ultimo viene
il corvo” ricorre tal quale nello storico. “Negli anni successivi”, nota lo
studioso, “Calvino avrebbe portato la tecnica del furto creativo a livelli di
straordinario virtuosismo”.
Juventus – La squadra di
calcio è maschile a Firenze, dove malgrado tutto ha dei tifosi. E uno di loro,
Sandro Veronesi, le ha dedicato un inno al maschile “L’Juventus”: “Vince, l’Juventus, vince sempre,\ ….\ L’Juventus,\ con l’apostrofo,\
come la chiamavano i vecchi dalle mie parti,\ ora son tutti morti,\ ma anche
certi giovani come il Fregoli,\ «quando gioca l’Juventus», «cosa ha fatto
l’Juventus»….”. È maschile anche in Brasile, dove un conte emigrante
a fine Novecento, grande tifoso del club torinese, creò a San Paolo un club
“fratello”, che si chiama “lo” Juventus – e ha come maglia sociale, di gioco
sul campo, quella granata del Torino, storico antagonista della Juventus.
Milano, capitale dell’editoria – “In Italia la capitale dell’editoria non è Roma ma Milano, a differenza
di Parigi o Londra”, nota Roberta Scorranese intervistando Gian Arturo Ferrari
sul “Corriere della sera”. E Ferrari: “Perché Milano ha un’anima commerciale
che in questo ambito è indispensabile. E non ha mai riposto a un potere
centrale, a una corte. Questo ha permesso agli editori di parlare di flussi di
cassa, di compensi e di ricavi con la naturalezza necessaria”.
Montagna Sacra – Era Mosca,
secondo santa Odilia, o Ottilia, secondo i devoti della santa, della sua
profezia, e poi è stata Roma - la montagna contro cui la potenza tedesca si
sarebbe alla fine schiantata, per Gertrude Stein nel 1943, quando rifletteva
sulle “Guerre che ho visto”. A un certo punto, esilarata dall’armistizio italiano
l’8 settembre, a dagli scontri avviati a Roma tra italiani e tedeschi, Stein cambia
opinione e immagina che la Montagna Sacra della profezia sia Roma, che anch’essa
è costruita sui coli. Ma originariamente, ragiona con se stessa, doveva essere
Mosca, “perché al tempo di santa Odilia Mosca era una città di conventi ed era
chiamata la Montagna Sacra”. Poi le cose sono cambiate, anche per i devoti di santa
Odilia, come Gertrude: prima “tutti abbiamo pensato che potesse essere Roma”,
poi, “siccome sembrava una cosa tanto improbabile”, con l’asse Italia-Germania,
“abbiamo detto forse è Gerusalemme o forse è Costantinopoli”. Gertrude per
conto suo era sicura che fosse Mosca – era un po’ filosovietica ma non lo dice,
“ma ora lo sappiamo, il dieci e l’undici di settembre è Roma ormai, la santa ha
d etto che si sarebbe combattuto per le strade di Roma dopo di che avrebbe
avuto inizio la vera fine della Germania”.
Ottocento – Un secolo fantasy
(fantastico) per l’acuta Gertrude Stein delle “Guerre che ho visto” (p.p.
106-107): “Il secolo decimonono mancava completamente di logica, aveva termini
cosmici e
speranze e aspirazioni e scoperte e ideali, ma non aveva alcuna logica”.
E per questo, continua la Gertrude “di ferro”, l’ho ucciso: “Io che amo la
logica, l’amo molto, suppongo che sia questo il motivo per cui tanto
naturalmente ebbi la mia parte nell’uccidere il secolo decimonono, nell’ucciderlo
morto, proprio come un gangster con una mitraillette, se questa è l’equivalente
del fucile mitragliatore, il tommy gun degli americani” .
Primo amante – Un personaggio,
si può dire, della narrativa francese femminile del Novecento. Marguerite Duras
ne ha fatto la sua narrazione prima e forse principale, “L’amante”, di una sé quindicenne
col miliardario cinese in Indocina. Violette Leduc a 50 anni con René Gallet,
35 anni, “La chasse à l’amour”. Annie Ernaux a 18 anni, Memoria di ragazza”
Resistenza – Quella letteraria
è gentiliana, da “figli del liceo classico gentiliano” – Gabriele Pedullà sul
“Sole 24 Ore Domenica”. “I più ligi all’imperativo neo-realista si richiamarono
alla presunta ingenuità epica di Omero. Altri (come Fenoglio, Caproni, D’Arzo)
guardando piuttosto a Virgilio…. Altri ancora (come il Pavese de La casa in
collina) si rivolsero alla tragedia greca”. Di Calvino, del “suo racconto
partigiano più bello, Ultimo viene il corvo”, lo studioso trova un
antecedente in Tito Livio, “Ab Urbe condita” VII, 26: anche nello storico un
corvo interviene prodigiosamente a “risolvere” un duello tra due esponenti
degli schieramenti avversi.
Romanticismo – Gli amori voleva tragici - e gli amanti morti (più lui che lei). Non al modo classico, della hubris, o alla Shakespeare, degli equivoci tragici alla Giulietta e Romeo, ma perché amore è infelicità. A partire dal Werther del pur olimpico Goethe – che invece gli amori praticava goloso. Fino a Jacopo Ortis. Compresi Heinrich von Kleist, e Caroline von Günderode – Kleist sul Wannsee, il lago di Berlino poi altrimenti famigerato, con l’amante Henriette, moglie di un contabile del re di Prussia, e due colpi di pistola. La noia spossa i romantici, da Foscolo a Leopardi, Byron e Puškin inclusi. Che quando non muoiono d’amore impazziscono, Hölderlin, Schumann. Il difetto di Manzoni del Grande Romanzo, la mancanza di tensione, è che non fa morire nessuno - non un eroe, non una eroina.
Tedeschi – Perdenti e sentimentali
li vuole Gertrude Stein, americana francesizzata, durante la guerra, in “Guerre
che ho visto”. La Germania non vince le guerre perché non ha una cucina è il primo
addebito. Stein lo fa dire a un ragazzo suo vicino di casa: “Naturalmente i
tedeschi non possono vincere e si capisce perché, il loro paese è così povero
che non sa nulla di cucina e di mangiare, un popolo che non ha il senso della
cucina e del mangiare naturalmente non può vincere”.
Alla pagina precedente Stein aveva fatto dire ai giovani francesi reduci
dal lavoro obbligatorio in Germania la loro sorpresa “di una cosa,… perché mai
i tedeschi sono tanto sentimentali, quando sono quel che sono, perché sono
tanto sentimentali”.
Vergogna – Ha “grande
memoria”. In questo senso la celebra la Nobel Annie Ernaux, nell’ultimo suo
racconto, 2016, “Memoria di ragazza” – a proposito delle sue proprie vergogne
da diciottenne: “La grande memoria della vergogna, più minuziosa, più
intrattabile di qualsiasi altra. Questa memoria che è insomma il dono speciale
della vergogna”.
Tedeschi – Perdenti e sentimentali li vuole Gertrude Stein, americana francesizzata, durante la guerra, in “Guerre che ho visto”. La Germania non vince le guerre perché non ha una cucina è il primo addebito. Stein lo fa dire a un ragazzo suo vicino di casa: “Naturalmente i tedeschi non possono vincere e si capisce perché, il loro paese è così povero che non sa nulla di cucina e di mangiare, un popolo che non ha il senso della cucina e del mangiare naturalmente non può vincere”.
letterautore@antiit.eu
Se il peccato è dolce
Nella Londra sotto i bombardamenti di Hitler un
dramma s’intreccia, un rapporto adulterino di una donna sposata. Molto passionale,
carnale. Dopo la guerra, a relazione da tempo esaurita, il marito della donna
chiede consiglio a un amico perché teme che sua qualcuno gli abbia portato via
l’affetto della moglie – lo chiede all’ex amante. Da qui parte una seconda storia, dopo quella
carnale della prima parte. Non meno interessante.
Un altro caso di come Greene sa raccontare il
senso cattolico del peccato, tra pentimento e confessione. Anche quando la
confessione non è semplice - al confessionale, con i “Pater Noster” e le “Ave
Maria”.
Riedito, nel quadro del “tutto Greene” varato a
suo tempo da Elvira Sellerio. Con una prefazione entusiasta di Scott Spencer,
lo scrittore americano di “Un amore senza fine”. E una nota al testo di Domenico Scarpa. In una traduzione nuova, di Alessandro Carrera.
Graham Greene, Fine di una storia, Sellerio, pp. 376 € 16
mercoledì 17 aprile 2024
Il governo delle tasse
Raddoppia la bolletta
del gas. Così, senza nemmeno dirlo, grazie a un’Autorità per l’Energia che ne
garantisce, senza alcun fondamento, la congruità. Aumemta il gas menre
diminuisce il suo costo sui mercati internazionali. A favore dei “comercianti” (“dell’attività
di compravendita” dice l’Autorità) del gas. Con una piccola rendita per le Entrate,
che così posso aumentare le entrate da tasse e iva sul “consumo” maggiorato.
Aumenta il gas anche
a favore dei liquefattori. La Adriatic della Exxon e del Qatar. La OLT
(Livorno) della Snam e della First Sentiers – cioè di una società pubblica,
Cdp, e della famiglia Minozzi, e di un fondo gestioni mobiliari in teoria
australiano (molti australiani fanno “affari” in Italia, affari sicuri cioè, ma
finora li facevano con le sinistre). La Golar Tundra di Piombino, sempre della
Snam. E Panigaglia dell’Eni. Che
rifornisce anche Piombino, col gas che liquefa nel suo impianto del Congo. Tutto
all’insegna del massimo profitto, sia per Cdp sia per Eni, che sono gruppi
pubblici.
I gruppi pubblici
hanno perduto la funzione per la quale sono stati creati, di sostenere la
produzione e calmierare i prezzi (alleviare l’inflazione). Ora devono
guadagnare, anche più dei privati, per far guadagnare il Tesoro, cioè il fisco,
in due maniere: con i lauti dividendi, e con le tasse e l’iva sui fatturati
maggiorati.
…. e il raddoppio
delle bollette
Il governo che “non mette le mani nelle tasche
degli italiani” aumenta anche gli “oneri di sistema”. Cioè la tassa che
paghiamo ai cosiddetti fornitori di “energie pulite”. Insaziabili, gli uni e gli altri,
i fabbricanti e il governo. Che fa pagare tasse e iva anche sugli “oneri di
sistema” – come se fossero un consumo, un fatturato….
Gli “oneri di sistema” si definiscono “corrispettivi
destinati alla copertura di costi relativi ad attività di interesse generale
per il sistema elettrico o per il sistema gas pagati dai clienti finali”. Senza
giustificativo, cioè una tassa. Su cui – va ripetuto, talmente è grave - si pagano
tasse e iva.
I prelievi del governo sono tripli
addirittura per l’elettricità, benché più contenuti unitariamente. A favore di
Terna, il gruppo pubblico della rete elettrica, col quale pagarsi dividendi miliardari.
A favore degli (innominati ma noti) “gestori” elettrici, quasi tutti non
produttori ma commercianti. E a favore del fisco. Nonché, a favore di non si sa
chi, con il caro-raffinerie (delle raffinerie di prodotti petroliferi, tra cui
l’olio combustibile che serve le centrali elettriche), di cui è stato favorito
il passaggio a due trader, a due commercianti cioè, non a industriali
del petrolio, gruppi che massimizzano i profitti, non curando gli impianti, e
vendono i prodotti dove spuntano il prezzo più alto. L’Italia è così il paese
in Europa che paga più cara la benzina e altri prodotti, avendo svenduto le sue
due grandi raffinerie, Priolo e Sarroch, a due trader.
Per Priolo, di proprietà della russa
Lukoil, il governo si è inventato sanzioni inesistenti (Lukoil opera liberamente
anche negli Stati Uniti). Per Sarroch non ha esercitato il diritto di opzione. Mentre
convinceva Descalzi, il general manager Eni vicino al governo, a convertire
la grande raffineria di Sannazzaro in bioraffineria, cioè a ridurre la produzione
da dieci milioni di tonnellate di prodotti petroliferi l’anno a un milione. A
vantaggio di Vitol e Trafila, e di chi altro?
Cronache dell’altro mondo – minitelefoniche (266)
La sazietà si fa strada l’uso ridotto degli smartphones si
diffonde: si riducono le app, si riducono o si cancellano i social media
su cui si è attivi. Connessi sì, ma poco. Da settembre è disponibile un cubo magnetizzato in plastica,
“Brick”, con una app che consente di selezionare cosa si vuole vedere sul cellulare
e cosa no. Mentre crescono, soprattutto tra i ventenni, la generazione Z, le
vendite dei vecchi flip phones o dumbphones, i telefonini senza
la rete – anche se aggiornati, con la posta e gli acquisti.
Ritorna sul mercato il Nokia 2780. Si
fanno strada due nuovi marchi, Light Phone e Punkt. Con vendite che sono cresciute
negli ultimi dodici mesi di dieci volte, seppure ancora nell’ordine delle centinaia
di migliaia.
(“The New Yorker”, 10 aprile)
Quando col risparmio si distrussero le vite
Una vita semplice in un contesto amichevole, attorno a un laghetto tranquillo,
il lago di Olginate, tra il lavoro sinergico, di buone volontà convergenti, e i
campionati di bocce, quanto di più “normale” e gradevole, sconvolta senza
motivo – senza una causa plausibile. Una comunità, di storia, di vita, di cordialità,
in casa e fuori, al lavoro e con gli amici, che si disgrega, tra l’incredulità
generale, fino alla violenza, alla morte.
Un racconto di cose viste e avvenute, anche se sembrano inventate, tanto
sono – sono state – inverosimili: le banche locali che nove anni fa finirono
male per avere preteso troppo, a danno dei risparmiatori – dei piccoli,
naturalmente, non dei grossi. Delle comunità locali, con le quali le banche si
erano sempre accompagnate, in un rapporto di fiducia e di rispetto. Albanese,
l’operaio tradito, fino all’ultimo non capisce che si sia potuto tradire la
reciproca fiducia. Le domeniche sono quelle che ognuno ha sacrificato per
costruirsi casa, per costruire il futuro.
Un film-verità, di cose già note. E di drammaturgia anch’essa volutamente
semplice. Ma appassionante. Grazie anche alla misura di Albanese protagonista,
oltre che regista e sceneggiatore.
Antonio Albanese, Cento domeniche, Sky, Now
martedì 16 aprile 2024
Il governo degli affari
Non si capisce se
è la stupidità (“italianità”) l’imposizione a Alfa Romeo di cambiare nome alla “Milano”
perché la macchina è fabbricata in Polonia (che dire della Gran Torino ancora
famosa dopo mezzo secolo della Ford?), oppure se non è un gioco a danneggiare
l’Alfa Romeo. Che ha investito qualche milione per promuovere la “Milano” e ora
deve spenderne altri, tra concessionari e pubblicitari, per cambiare il nome.
Perché non molte cose sono chiare dietro l’eterno sorriso sfottente del
ministro Urso.
Un’altra è il “costruttore
cinese”. Che non c’è e non ci sarà, e lui lo sa, perché contratti e leggi sul lavoro
in Italia non consentono a nessun costruttore di investirvi – in Spagna sì,
anche in Germania, in Italia no.
La più grave è il
caro-benzina, a cui il governo Meloni ha costretto e di più costringerà gli italiani,
rispetto al resto dell’Europa. Con un trucco facile facile: fare finta di applicare
le sanzioni alla Russia. Ha così costretto la russa Lukoil, che non è sotto
sanzione e anzi lavora negli Stati Uniti, a cedere la grande raffineria di Priolo.
A chi? A un trader, Trafigura, di proprietà coperta, che compra prodotti
petroliferi e altri minerali per rivenderli nei posti e nei tempi più cari - tra
l’altro vanta affari con le maggiori compagnie russe.
Lo stesso per la
Saras dei Moratti. Per la quale è stato favorito un altro trader, svizzero-olandese,
Vitol. Che commercia con chi paga il prezzo più alto. Qui niente clausola
dell’“interesse nazionale”.
Le due maggiori raffinerie
italiane a due trader significa anche lo sfruttamento degli impianti
esistenti, senza ristrutturazioni, a costi crescenti di inquinamento, finché non
saranno ferrovecchio, e l’Italia non
avrà più raffinerie. Un grande mercato alla mercé dei “trader.
Insipienza non può
essere. Contemporaneamente l’Eni di Descalzi, manager vicino al governo, è stato
convinto a trasformare la grande raffineria di Sannazzaro de’ Burgondi in “bioraffineria”,
cioè a passare da dieci milioni di tonnellate di prodotti petroliferi a uno. Per fare guadagnare di più Vitol e Trafigura?
Il calcio è dei padroni, a perdere
Non c’è solo De Laurentis, il padrone del
Napoli, specializzato in liquidazioni, di calciatori e allenatori. Uno che
licenzia i vincenti, pagando penali milionarie, e moltiplica i perdenti,
pagando anche qui penali, anche se più modeste. E svende calciatori che magari
ha dichiarato incedibili a offerte più consistenti.
Lotito, nel suo piccolo, ragionando di fatturati
minori, perfino lo supera. Specializzato in perdite di valore dei suoi calciatori,
tra acquisti a caro prezzo e cessioni a zero (svincolati) o in perdita – dopo avere
rifiutato anche offerte maggiori. Pur essendo la Lazio quotata in Borsa, quindi
trascinando qualche azionista alla rovina.
Ma il record è della Juventus, altro club
quotato in Borsa. Dove la proprietà periodicamente si disfa dei dirigenti vincenti,
che le danno ombra. Hanno sopportato Boniperti perché non hanno trovato il modo
di squalificarlo, ma si sono liberati con foga di Moggi e Giraudo, Che sapevano
far guadagnare il club, la gestione economica - oltre che, qualche volta, anche
vincere. E poi Marotta, che li aveva fatti vincere per sette o otto campionati
di fila, portando a Torino gratuitamente Pirlo, inventando dal (quasi) nulla Pogba
e Dybala.
Assassinii ordinari in provincia (Usa)
“Un omicidio di troppo” è il sottotitolo: due Maggie More vengono uccise.
Non per l’omonimia. E non per colpa. In una cittadina tranquilla, ancorché nel
semideserto del Nuovo Messico. Dove il crimine più grave è vendere in una
panineria in franchising cibo del franchisjng concorrente,
fornito a metà prezzo perché scaduto, o quasi. Le morti si succedono, senza
motivo, solo perché il fornitore del cibo avariato è un pedofilo. Non è il solo
imbroglione – ci sono più soprusi in una tranquilla cittadina del Sud degli Stati
Uniti che in un paese di mafia nel Sud Italia. Il tutto annaffiato di dollari,
presi in tranquillità dalla cassa. Tra coppie, adulte: con amanti, divorziande,
in formazione.
Tutto normale tutto lento, la doppia tragedia non sorprende nessuno. Il
capo della Polizia è anche uno scrittore, che cerca la felicità. Un grottesco,
una commedia con (brutte)i morti. Di un regista di serie tv – il tentativo è di
fare dello sceriffo-scrittore un personaggio di lunga durata?
John Slattery, Maggie More’s, Sky Cinema, Now
lunedì 15 aprile 2024
Appalti, fisco, abusi (241)
Il presidente di Assogestioni,
Trabattoni, lamenta: “Continuiamo ad avere oltre 1.500 miardi fermi lì”, benché
“assediati dal costo della vita”. Lì in banca, in conto corrente, liquidi
invece che in fondi. Perché, da cosa proteggono i fondi? Alzi la mano chi ci ha
guadagnato qualcosa. Sul conto almeno si può disporre alla pari dei propri
risparmi, senza rimetterci. E pesnre che con i fondi gli americani fanno la
dote ai figli, per gli studi e per altre occorrenze. Impossibile farli fruttare
non è.
La bolletta del gas è raddoppiata a
febbraio-marzo rispetto a un anno fa. Quest’anno 244 mc si sono pagati 361
euro, metre 318 mc si pagavano 238 euro dodici mesi prima. Benché il costo
internazionale del gas sia diminuito e non aumentato. Cosa è successo? Un anno
fa non si pagavano gli “oneri di sistema”. Cioè la tassa che
paghiamo ai cosiddetti fornitori di “energie pulite”.
Tassa sulla quale lo Stato si fa pagare
altre tasse e l’iva.
All’improvviso, senza annuncio, da un
anno, le “seconde case”, sia pure quella dei gentori o dei nonni al vecchio paese,
di cui non ci si dispossessa per un misto di rispetto e orgoglio ma che nessuno
frequenta, devono pagare una tassa alettrica. Salata: 56 euro a bimestre. In aggiunta
all’Imu, alla Tari, all’Irpef. Una tassa a favore dei “commercianti” di energia
(quelli che la fatturano), e dei soliti imprenditori degli “oneri di sistema”,
le ricche rendite dell’energia “verde”. E dello Stato, che sul non-fatturato
delle “attività di compravendita” fa pagare tasse e iba.
Tra le patrimoniali più ingiuste quella a
favore neppure dell’erario ma delle aziende elettriche, purché si qualifichino “verdi”,
beneficiarie dei costosissimi “oneri di sistema”. E di Terna, la società che
dovrebbe rifare (migliorare) la rete elettrica, ma di fatto si limita a produrre
bilanci in enorme attivo - su cui poi lo Stato si paga miliardi di dividendi. Si
legga la bolletta alla voce “trasporto dell’energia elettrica”, cifre da
capogiro.
La Chiesa si restringe
Non ha risolto il
papato argentino, peronista, populista, e forse ha aggravato la deriva: la
Chiesa di Roma si restringe. In Italia da otto anni le nuove ordinazioni di
preti sono scese sotto le 300 l’anno, oltre un terzo in meno rispetto al
2000-2010. Dai 38 mila sacerdoti in attività del 1990 la Chiesa è secsa in
Italia a 32 mila nel 2019, un numero inferiore a quello delle parrocchie, e a
28 mila nel 2021.
In Francia il
numero dei sacerdoti, che era di 49 mila nel 1965, ed era sceso a 11.350 nel
2017, nel 2021 si era ulteriormente risotto, a 10 mila circa. Da cinque anni due
terzi delle diocesi non hanno seminaristi.
È così, in genere,
in tutta l’Europa.La Chiesa di Roma rimane ancora la maggiore organizzazione religiosa
mondiale. Con oltre 400 mila preti e 5 mila vescovi. E l’Europa vi mantiene il
peso maggiore. Sono europei il 40 per cento dei preti e il 30 per cento dei
vescovi – le percentuali crescono al 50 e al 40 per cento sommando l’Europa al
Nord America. Ma è in calo e non in crescita. In calo è anche negli Stati Uniti,
dove il numero dei preti si è ridotto del 40 per cento negli ultimi quarant’anni.
Dove la Chiesa ancora
cresce è in Africa e in Asia: insieme registrano poco meno di un terzo, il 30
per cento, dei sacerdoti e dei vescovi.
Contrariamente alle
aspettative, non è così in America Latina. Qui vive il 40 per cento, due su
cinque, di tutti i cattolici. Ma da sempre è in difetto di sacerdoti.
L’informazione è una miniera, l’intellettuale è il padrone - fenomenologia di Eco
“Io
ho fatto una volta una distinzione fra le cose che fan bene ai poveri e
le cose che fan bene ai ricchi, dove poveri e ricchi non ha una
immediata connotazione in termini di danaro, ma in termini, diciamo, di
evoluzione culturale... Diciamo, un laureato è un ricco, un analfabeta è un
povero. Ci può essere ovviamente un costruttore edile che è un povero e un
impiegatuccio che è un ricco.
“Allora, la televisione fa bene ai poveri e fa
male ai ricchi: ai poveri ha insegnato a parlare italiano, fa bene alle
vecchiette che son sole in casa. E fa male ai ricchi perché gli impedisce di
andare fuori a vedere altre cose più belle al cinema, gli restringe le idee.
“Il computer in generale, e Internet, fa bene
ai ricchi e fa male ai poveri. Cioè, a me Wikipedia fa bene, perché trovo le
informazioni che mi sono necessarie, ma siccome non mi fido, perché si sa
benissimo che, come cresce Wikipedia, crescono anche gli errori. Io
ho trovato su di me delle follie inesistenti, e se qualcuno non me le
segnalava, avrebbero continuato a restare lì.
I ricchi sono coltivati, sanno confrontare le
notizie”.
Il 24 aprile 2010 Eco dava a Milano un’insolita intervista a wikipedia –
insolita per wikipedia. Che lo aveva cercato come massimo teorico, o esponente
dei critici, dell’informazione di massa, dei mezzi di comunicazione. L’intervista,
rivista, fu pubblicata due settimane dopo, e si apriva con questa
dichiarazione di Eco.
Tra le follie di wikipedia su di lui, che era stato
costretto a correggere, Eco citava il matrimonio (che aveva sposato la figlia
del suo editore) e i figli (che aveva 13 figli – tredici li aveva avuti il padre).
A seguire, Eco spiegava come wikipedia gli
era comodo, consentendogli di non alzarsi per andare a cercare la voluminosa
Treccani. Ma che poi, dopo le versione italiana, consultava
wikipedia in inglese, e anche una fonte diversa da wikipedia. Mentre “il povero
invece becca la prima notizia che gli arriva, e buonasera”.
wikipedia, Intervista a U.Eco, 2010, free online
domenica 14 aprile 2024
Ombre - 715
La Procura di Milano deve
derubricare l’accusa a Santanché di bancarotta fraudolenta – dato che la bancarotta
non c’è stata. In compenso l’accusa di falso in bilancio. Poi dice che non c’è
giustizia. E che non è tempestiva – dopo Bari.
Si colpisce a Bari il “mercato delle influenze”, delle
giunte di sinistra al governo al Comune e alla Regione, mentre da Roma arriva
un’inchiesta amministrativa sulla tenuta delle giunte contro gli adescamenti
mafiosi. Una coincidenza? Le Procure della Repubblica, benché indipendenti dal
governo, hanno bisogno di un governo di sostegno – o anche dell’opposizione: di
un partito qualsiasi.
Si scrive infine dei
borseggi in metropolitana perché una rom borseggiatrice a Roma è finita
all’ospedale, “vittima di una vendetta fra bande rom” – pestata benché incinta
al nono mese. “Striscia la notizia” documenta i borseggi in metropolitana
praticamente ogni giorno – anche se non dev’essere facile mimetizzarsi, con microfoni
e videocamere, e cogliere l’attimo del borseggio. Solo le forze dell’ordine non
li vedono.
La rom pestata a Roma dai
concorrenti in borseggio, 40 anni, ha partorito all’ospedale il suo tredicesimo
figlio: si fanno figli per non essere perseguibili, secondo la legge italiana.
Meri Secic, questo il nome della donna, è stata arrestata nel 2017, ma su
mandato austriaco. In Italia aveva accumulato all’epoca, benché immigrata solo
da un paio d’anni, condanne per 19 anni di carcere, ma non era perseguibile
perché madre di undici figli. Questo non si ricorda, anche se i media prediligono
il crimine. Perché fare finta che i rom non ci siano?
La Procura di Vienna non
aveva avuto di questi problemi – nel senso che ci vedeva e interveniva. La
richiesta di estradizione del 2017 documentava con un elenco di 358 furti. Suddivisi per tipologia -
in tre gruppi, di 152, 105, 101 episodi. La donna inserendo nell’attività di una
banda cui si addebitavano esattamente 2.034 reati.
Massimo Giannini, giornalista, commentatore
“di sinistra” per i taglia e cuci in tv, direttore di giornali, scrive (“il
Venerdì di Repubblica”) che non c’è problema, che la trasformazione “verde” di
casa, come vuole Bruxelles, costerà 20 mila euro. Per il portone, forse? Ma dove
vivono questi censori?
L’Ecofin, il consiglio
dei ministri dell’Economia europei, vara una norma che costringe le famiglie
italiane, tutte più o meno proprietarie della casa d’abitazione, a indebitarsi
a vita, e nell’insieme distruggerà l’Italia come la conosciamo, come si è
costruita nei secoli, aggravando l’abbandono dei vecchi centri – l’Italia è il
Paese in Europa, e forse al mondo, che tiene in vita più case vecchie,
centenarie (i cosiddetti “borghi”, che si vantano presso l’Unesco). Ma questo
non è un tema. Se non perché il governo italiano di destra ha votato contro,
contro l’Europa green. È tutta stupidità?
Mezza pagina sul “Corriere
della sera” per dire che il governo conservatore inglese di Sunak è alla frutta
perché il miliardario premier si è presentato a un’intervista con ai piedi “le
amatissime Samba”. Le Samba, di Adidas, sono “le scarpe del momento” – “sono
state chiamate «le sneaker definitive del nostro tempo», le portano Kate Mosse,
Rihanna, sono «le scarpe ufficiali della stagione”. Ma, dopo che le indossate
il premier, le vendite sono crollate. Gli inglesi sono deficienti, o che –
povera politica estera?
Si gioca Real Madrid-Manchester
City per la Champions, e l’allenatore degli inglesi, lo spagnolo Guardiola,
avverte: “Affrontare il Real Madrid è sempre difficile. Parliamo di un club eccezionale
che può controllare molte cose in questa competizione”. È vero, non può perdere,
anche quando non gioca.
L’Inter fa tre punti all’ultimo
secondo. La Juventus ne perde due all’ultimo secondo. I commenti? Un grande club,
irraggiungibile – anche se è stato eliminato presto dalla Champions. L’altro un
club alla rovina. Poi si dice che il giornale è inutile – il tifo ognun se lo
fa da sé.
Juventus-Fiorentina
finisce 1-0 per i torinesi, si apre “La Domenica Sportiva” subito dopo, si annuncia
con enfasi Grande Ospite Cassano, ma non era semi-analfabeta?, il quale apre un
fuoco interminabile di epiteti ingiuriosi contro il club vincitore: “Non sa,
non fa, non esiste…”. Gli fa da spalla Adani, altro calciatore di poco conto
che ora è maestro di calcio. E Panatta, più vanitoso di quando non si tagliava
i capelli, a Cassano liscia il sedere per farselo leccare a sua volta. A suo
modo uno spettacolo. Ma da vomito, su Rai 1?
Panatta con Cassano, come
sono finiti in basso i Parioli!
Massimo Giannini, giornalista, commentatore
“di sinistra” per i taglia e cuci in tv, direttore di giornali, scrive (“il
Venerdì di Repubblica”) che non c’è problema, che la trasformazione “verde” di
casa, come vuole Bruxelles, costerà 20 mila euro. Per il portone, forse? Ma dove
vivono questi censori?