lunedì 21 ottobre 2024
B&b come la peste
I centri città si sono spopolati nell’ultimo decennio. Specialmente di giovani. Specialmente nelle città caratterizzate da grande afflusso turistico, per prime Roma e Firenze. ma un po’ dappertutto altrove. Per la “gentrificazione” che si accompagna al fenomeno degli affitti brevi: B&B, Case vacanza, camere a giornata o a settimana.
Cronache dell’altro mondo – obese (297)
Per la prima volta in oltre una decade,
le statistiche del National Health and Nutrition Examination Survey, l’osservatorio statistico americano sulle
condizioni di salute e nutrizionali, indicano che “l’epidemia di obesità” negli
Stati Uniti non è più in crescita. Un anno fa, ad agosto 2023, i dati raccolti
tra il 2021 e il 2023 davano solo il 40,3 per cento della popolazione americana
adulta, circa 100 milioni di persone, rispondenti alla definizione clinica di
obesità.
Negli anni tra il 2017 e il 2020 il
numero degli obesi era calcolato al 41,9 per cento della popolazione.
Il calo relativo dell’obesità è attributo
all’uso sempre più largo di dei nuovi medicinali per il trattamento del diabete
e dell’obesità, Ozempic, Mounjato “e altri”.
(“The Atlantic”)
La presenza di un’assenza – all’ombra di Pavese
“Non hai altra
esistenza che attraverso la tua impronta sulla mia”. Ma indicibile,
inconoscibile, solo scritta, “creata”. Con pochi reperti: una conversazione
casuale carpita, un paio di foto, rari ricordi di rare cugine.
La scoperta a dieci
anni, ascoltando distrattamente la madre che scambiava i saluti con una signora
di passaggio, di avere avuto una sorella. Premorta – “quella sì che era
gentile, non questa diavolessa”. Una domenica d’agosto, che la rinvia al diario
di Pavese, alla domenica di agosto quando si uccise – Pavese è un rinvio
costante nell’opera di Ernaux. Una morte a cui deve la sua vita, riflette ora, giacché
in famiglia il motto era: “Non si potrebbe fare per due ciò che si può fare per
uno”. Una scoperta a cui si sovrappone il ricordo della morte evitata, per
tetano, da bambina, infezione a cui quasi nessuno sopravvive – come se la morta
doppiamente l’abbia voluto viva (un miracolo, che la madre celebrò con un viaggio
di ringraziamento a Lourdes, malgrado la guerra e le restrizioni). La sorella
mai conosciuta diventa di volta in volta una figura del “repertorio personale
dell’immaginario”, “la santa”, “l’ombra malefica della mia infanzia”.
Un ulteriore
tributo alla madre, di fatto, dopo “Una donna”. E a Pavese: la rimemorazione di
un’esistenza scoperta per caso una domenica dì agosto, “forse quella in cui
Pavese si suicidava in una casa di Torino”, sono le ultime parole – di una sorella
che si chiamava Ginette, come la Ginia di Pavese.
Annie Ernaux, L’altra
figlia, L’Orma, pp. 81 ill. € 10
domenica 20 ottobre 2024
Ombre - 742
Al Sud, “il Delta del Mississippi in particolare,
ci sono famiglie he hanno le fogne che si riversano nel cortile. Ma la povertà
è molto più radicata in città come Los Angeles e New York, dove fino all’80 per
cent del reddito viene speso per l’affitto….”
– Mathew Desmond, “Povertà, in America”. Poveri vecchi e nuovi che non votano:
ma si capisce perché, se lo fanno, votano per Trump. Perché la democrazia ha fallito.
’Aquatic Sports
Integrity Unit punisce la nazionale italiana di pallanuoto per il gesto di
Parigi, per aver voltato le spalle mentre si suonavano gli inni nazionali, per protesta
contro un errore arbitrale decisivo a suo danno nella partita precedente. La
protesta era sbagliata. Ma l “errore” arbitrale che aveva condannato la squadra
italiana era voluto. C’è sempre meno sportività nell’Olimpiade, una fiera per
gli affari.
Paolino Iorio,
ingegnere, insegnante di Elettronica negli istituti Tecnici, arrestato per
tangenti, era in Sogei direttore generale con l’incarico di Disaster Recovery
Image. Recupererà l’immagine sua, o della Sogei?
Ma c’è anche l’immagine
della Procura di Roma, che non ha resistito a metterci dentro anche Elon Musk –
Resistenza Resistenza.
“Riceviamo
notifiche per tutto”, obietta giustamente Zaia, il presidente della Regione
Veneto, “ma non quando c’è un accesso al nostro conto in banca”. In effetti,
che ci vuole? Soprattutto se chiunque può avere accesso al conto –magari non a
“disporre” ma a vedere evidentemente sì.
Il sindaco di Reggio Calabria, Falcomatà, è assolto
dopo quattro anni di processi a catena – l’uno a seguire all’assoluzione dal primo.
Cioè dopo la sindacatura – i processi, per la legge della signora Severino,
ministro del nefasto governo Monti, portano automaticamente alla sospensione dal
mandato. Falcomatà è di grande famiglia Pd. A Catanzaro invece assoluzione dopo
quattro anni del presidente del consiglio regionale, Domenico Tallini, di Forza
Italia. Giustizia equa?
Solo che Tallini è stato messo ai domiciliari – la giustizia
Pd è più cattiva.
Il sindaco di Roma
Gualtieri recupera a capo della segreteria (il Pd impone a Gualtieri di
recuperare) Albino Ruberti, il bulldozer
dei Dem romani, che due anni fa aveva dovuto licenziare perché sorpreso a
minacciare di morte Vladimiro De Angelis, altro potente Dem romano, ex
assessore regionale. Ma niente scandalo: la Procura di Roma non ha perseguito
Ruberti per le minacce, anzi non lo ha nemmeno indagato: chiacchiere di tifo
calcistico, si disse, e bastò.
Colombo come Shakespeare
cambia spesso personalità – lui anche nazionalità: le celebrità sono attaccapanni
per chi ne va in cerca, come la formica che si pavoneggia sull’elefante. Sono i
pericoli o guasti dell’ermeneutica, più ancora, della filosofia, peggio, della
storiografia. Quando non si sa cos’altro dire.
Fallimentare in America,
per la destra e per la sinistra, il film contro Trump, “The Apprentice”, entusiasma
in Italia, entusiasma i critici, a colpi di tre, quattro e anche cinque stelle.
Sempre nel mito della Resistenza, canteremo “Bella ciao” alle proiezioni? In un
paese che di sinistra non ha nemmeno l’ombra, compresi i Grandi Giornali dei
Grandi Editori.
Fa flop in America
il film contro Trump. I film politici non piacciono, si diceva una volta, per
comune esperienza. Nanni Moretti vantò un successo col “Caimano”, il film contro
Berlusconi, perché ebbe tuti i premi possibili e incassò anche – fu il ventesimo
della stagione per incassi. Ma costò anche tanto: se ne fecero 600 copie, per
intasare i cinema due-tre settimane prima del voto.
Chi ricorda i
pigs?”, chiede ironicamente “L’Economia”, i paesi mediterranei aggrediti nella
crisi del debito 2011, ora che “Santander e Intesa Sanpaolo hanno scalzato Bnp
Paribas al vertice della classifica in Borsa”, e Unicredit è lì. Ma non si tratta
di numeri, si tratta di “culture”, di politica: Francia e Germania sono in crisi,
da tempo, ma contano sempre (e solo) loro.
“Non è colpa
nostra se il modello di sicurezza euro-atlantico, nell’ambito del quale la
Russia collaborava con la Nato e con la Ue, ha perso ogni significato”, lo dice
l’ambasciatore russo Paramonov ma è vero.
L’Europa è ora un
modello d’insicurezza, appesa alla benevolenza degli Stati Uniti, e non lo sa
nemmeno.
La guerra è lunga?
Non si sa, non si ricorda, ma l’insorgenza palestinese ha fatto quest’anno
settant’anni. Nel 1954 nasceva Al Fatah, il primo gruppo di resistenza armata. Cresciuto
dieci anni dopo nella Olp, Organizzazione per la Liberazione della Palestina.
Che ha gestito il movimento per quasi mezzo secolo. Poi soppiantata dalla più
radicale Hamas. Che è stata in grado, infine, di sfidare Israele con una vera e
propria guerra.
Netanyahu si vuole
prendere Gaza oltre alla Cisgiordania, e un pezzo del Libano fino al Litani? Lo
dicono gli antisionisti (anti-Israele), ma Netanyahu non li contraddice, fa come
se.
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Hobbes in Aspromonte
Malviventi nuovi e
vecchi si danno la caccia. Stritolando gli innocenti.
La “carne” è
quella, senza prezzo, della “malacarne”, delle pulci insidiose che tormentano la
vita in Aspromonte – una montagna pure serena, la Montagna sul mare, aperta a
tutti da tutti i lati. Quattro ragazzotti hanno l’idea di chiedere 50 milioni a
tre o quattro maggiorenti del paese. Cinquanta milioni l’uno. Con una semplice
telefonata – una volta, con la lettera anonima, bisognava saper scrivere in qualche
modo. Seguita dall’“avvertimento”: una bomba disattivata all’uscio di casa, o un
animale morto, etc. All’ingegnere Gino Parisi – di cui Gangemi fa il suo alter
ego, per occupazione, età, sobrietà – e a un paio di imprenditori di vario e
dubbio passato. Un intrico di famiglie più o meno onorate ne segue, con
concertazioni, dissidi e tranelli, e infine assassinii, in successione.
La ristampa del primo romanzo,
probabilmente, pubblicato da Gangemi, 1995 – col titolo più appropriato, anche
se non di richiamo, “Un anno in Aspromonte”. E si sente. Un po’ affastellato,
di nomi e di persone, con pedigree e “a parte” di cui è arduo tenere le
fila. Resta, si legge per questo, come reperto di una società sempre e
variamente terremotata, impossibilitata a costruire – sono anche gli anni dei
sequestri di persona (qui è adombrato quello del ragazzo Casella, che fu lungo
due anni). Più che un romanzo, l’incubo di chi si risveglia in un mondo che non
è più il suo, ordinato, pulito, borghese – nel senso della borghesia come
ascensore sociale.
Seguire la vicenda – le vicende,
sono tantissime – è impossibile, ma l’immagine è circostanziata e duratura dell’isterilimento
di un mondo. È compreso pure il circolo dei notabili, gli “avvocati”, “dottori”,
“professori”, che più spesso si sono divertiti a Napoli o a Roma senza mai dare
un esame, e sarebbe la borghesia intellettuale, destinata all’eclisse –
parassita, pettegola, stupidamente piena di sé. A fronte dell’abbozzo di borghesia
produttiva contro cui si scagliano i giovinastri telefonisti, che guida,
potrebbe guidare, la comunità, se la legge la proteggesse: l’ingegnere Gino,
naturalmente, ma anche chi ha fatto qualche soldo in America e ritorna e investe
e produce.
Seppure probabilmente casuale, il
sottinteso è: la Repubblica – la politica, i Carabinieri, le banche – ha annientato
il vecchio ceto borghese. “Se hanno i soldi paghino”, “non siamo qui a
proteggere la proprietà”, è stato il leitmotiv della Repubblica, e da allora l’Aspromonte
naviga all’indietro. Senza l’ascensore borghesia, senza ceto dirigente né osmosi
sociale, sono nate le mafie, e le bande sterminatrici – le mafie sono hobbesiane,
della “guerra di tutti contro tutti”. Un’analisi a tutti evidente, eccetto ai
tanti storici e banditori delle mafie.
In chiaro, Gangemi è qui molto
critico verso i Carabinieri, come del resto è ognuno. Compresa la sceneggiata
che si faceva per la tv ai tempi dei rapimenti, sempre la stessa: dei Cacciatori
d’Aspromonte, formazione speciale dei Carabinieri, tutti in nero, che periodicamente
“assaltavano” a beneficio di telecamera sempre lo stesso posto, il Crocefisso
di Zervò, al piano dello Zìllastro.
Un tributo a Domenico Zappone la
festa della santa patrona illuminata dal “ballo dell’asino imbottito di fuochi
d’artificio”.
Mimmo Gangemi, Il prezzo della carne, Rubbettino, pp.
269 € 16
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