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Cronache dell’altro mondo – elettorali (321)
Trump si insedia legittimato. Con la maggioranza, quasi (il 49,9 per
cento) del voto popolare – più comunque della rivale Democratica, ferma al
48,4. Nel 2016 aveva vinto solo con la strategia tecnica della complessa legge
elettorale, come suffragio si era fermato al 46,2 per cento del voto – Hillary Clinton,
sconfitta, era al 48,2. E ha vinto nei grandi centri urbani, le città della California,
New York, Chicago.
In queste roccaforti tradizionalmente Democratiche ha vinto soprattutto per
l’astensione: Trump ha preso mediamente tre voti ogni dieci persi da
Democratici. Ma questo spostamento a suo favore nelle grandi città è stato comunque
doppio che nelle aree rurali.
In California, Illinois e New York Trump ha vinto conservando gli stessi
voti del 2020, quando aveva perso (solo nello stato di New York ha ha raccolto 200
mila suffragi in più). Ma a Kamala Haris sono mancati nei tre stati
complessivamente 3,8 milioni di voti, rispetto al risultato ottenuto da Biden
nel 2020.
L’astensione che ha colpito Harris è stata più elevata nei quartieri ad
alto reddito – che sono quindi (erano) roccaforte Democratica.
Lo spostamento a favore di Trump è stato più elevato, del 9,9 per cento,
nelle contee a maggioranza non bianca.
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