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giovedì 23 gennaio 2025

La forza del sesso, dell’Altro

“Il mio primo gesto al risveglio era afferrare il suo membro eretto nel sonno”. Il racconto di una possessione, dopo la separazione, quando l’amante giovane e virile comunica alla scrittrice  
di avere un’altra donna – anch’essa in età, altrettanto rispettabile. Di una gelosia indomabile. Tanto più per essere di una sconosciuta inconoscibile, se non per l’età e la professione, che ne fanno una sorta di alter ego. L’“altra” come invasione, occupazione, di se stessa.
Con un paio di considerazioni d’autore. “Per la prima volta percepivo con chiarezza la natura materiale dei sentimenti e delle emozioni, di cui provavo fisicamente la consistenza, la forma ma anche l’indipendenza, la perfetta libertà d’azione in rapporto alla mia coscienza”. “La più grande sofferenza, come la più grande felicità, viene dall’Altro”. E una scoperta, o conclusione, che è anche la chiave della sua novità e capacità di scrittrice, di avere raccontato il sesso come avviene, brutto e bello - messa tra parentesi alle ultime righe: “Mi sono aspettata tutto dal piacere sessuale, in aggiunta al piacere stesso. L’amore, la fusione, l’infinito, il piacere di scrivere. Ciò che mi sembra di avere ottenuto meglio, fino ad ora, è la lucidità, una specie di visione subitamente semplice e disentimentalizzata del mondo”.
Un racconto scritto a maggio-giugno del 2001, dopo avere allontanato W., l’amante più giovane di trent’anni, e concluso con mezza pagina a settembre a Venezia, nei luoghi di vacanza felici con W., che ha ritrovato chiusi, o riadattati, inerti.
Un racconto-verità, come è emerso recentemente, quando l’amante giovane di allora si è manifestato polemicamente, con un memoriale politico. W. è Philippe Vilain: ha 55 anni, è accademico francesista, a Napoli, e autore di molti romanzi “di costumi”, cioè leggeri. Si manifesta ora polemicamente per avere sofferto, dice, la ripresa del loro rapporto che Ernaux ha fatto nel 2022, alla vigilia del Nobel, in un altro racconto, “Il ragazzo”. Ha quindi scritto un libello contro la Nobel, che ora si pubblica, per approfittare dell’onda del mercato. S’intitola “Mauvais élève”, cattivo alunno, e attacca Ernaux sulle abitudini da “vera borghese”, a tavola, nella gestione della casa, nei modi. Ne ha fatto presentazioni ai giornali per ridicoleggiarla a radical chic.
Ernaux è invisa alla destra in Francia, da “L’Express” e “Le Figaro” in là, per le sue prese di posizione politiche di sinistra. Al punto da immiserirne il Nobel – non lo ha però fatto Houellebecq, l’autore che la destra privilegia: non ha mai commentato il Nobel mancato, a favore della scrittrice. Decisamente, l’“occupazione” è tema francese, anche se solo per questioni di letto.
Annie Ernaux, L’occupation
, Folio, pp. 76 € 12

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