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L’attacco ai Pigs nel 2011
“600 giorni di vertigine” è il sottotitolo. E il tema del libro, non
propriamente il solito libro di memorie del politico (Zapatero, professore di
diritto Costituzionale, è stato segretario del partito Socialista spagnolo dal
2000, e dal 2004 al 2011 presidente del governo a Madrid), ma un racconto
ancora terrorizzato, pure a distanza dai fatti, dei 18 mesi di pressioni straordinarie
della speculazione finanziaria, e di Angela Merkel e Sarkozy per dichiarare il default,
il fallimento della finanza pubblica. Esercitate su di lui e su Berlusconi e
gli altri capi di governo dei “pigs”, i porci Portogallo, Italia, Grecia e Spagna.
Sotto pressione, mandata la Grecia in amministrazione controllata, era
soprattutto l’Italia. Ma la Spagna pure era in pericolo: se l’Italia avesse ceduto,
la Spagna avrebbe dovuto seguire, questo l’assioma di Zapatero. Che quindi spende
molte pagine sulle pressioni esercitate contro l’Italia, da Merkel e Sarkozy,
dalla Bce del francese Trichet, e dal Fondo Monetario Internazionale. “Il dilemma era
scegliere tra tagliare o alimentare la spirale che avrebbe potuto portare al
default”. Lui non aveva le idee chiare, ammette – all’uscita del libro spiegherà:
“La crisi era inedita, i riferimenti pochi e indecifrabili, non c’erano ricette
precostituite”. Ma ce le aveva Tremonti, per il governo italiano, e questo gli
fu d’aiuto: “La mia ossessione era che la Spagna non cadesse, che non dovessimo
chiedere aiuti, che la nostra autonomia come Paese fosse preservata”.
Le pressioni
furono abnormi – e la ricostruzione, dettagliata, prende molta parte della
memoria – al vertice al vertice del G20 che si svolse nel novembre del 2011 a
Cannes. S i voleva che la Spagna riducesse il debito di 50 miliardi accendendo
un prestito “condizionale”, per lo stesso ammontare, col Fondo Monetario Internazionale,
e l’Italia per 85 miliardi euro. Le pressioni, insistenti, fallirono, per “la
resistenza del governo italiano ad accettare gli aiuti del Fondo monetario
internazionale. Fu sistematica, un'autentica chiusura a catenaccio. Le
pressioni furono enormi». Zapatero le espone in dettaglio. Con vari particolari:
“Mi è rimasta impressa una frase che il ministro dell' economia, Tremonti,
ripeteva nei corridoi: «Conosco migliori forme di suicidio che chiedere aiuti»”.
Il mese dopo Zapatero
perdere le elezioni. E Berlusconi di ritorno da Cannes veniva sostituito con
Monti.
Curiosamente si traduce
di tutto ma questo Zapatero che parla tanto dell’Italia non lo è stato. Così
come non è stato tradotto un altro libro che parla dell’Italia, “Stress Test” di
Timothy Geithner, sulla sua esperienza di ministro del Tesoro di Obama, nelle
stesse situazioni di cui tratta Zapatero.
José Luis Rodríguez Zapatero, El dilema, Planeta, pp. 421 ril. pp.vv.
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