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L’Occidente cominciò (e finisce) con l’auto
C’è altro nell’Occidente, il colonialismo europeo nell’Ottocento, la supremazia
militare americana nel Novecento. Ma c’è anche un lato non condannabile, la
tecnica. Di cui nocciolo e bandiera è la mobilità, a partire da quella terra
terra, l’automobile. Ora questa primazia è finita.
È già finita in Cina. Si prepara altrove, sempre in Asia, in Corea, in
India e, in settori diversi e in parte connessi, in Vietnam, Thailandia,
Malesia. Col Giappone all’improvviso indeciso su quale lato del Pacifico schierarsi
(per ora si riarma). Una sfida forse già vinta. Anche perché, p.es. in Cina, l’assetto
politico è a suo modo stabile – mercato, mercatissimo, e comunismo. E l’India,
benché voti conservatore, modernizza a vista d’occhio caste, donne e città – un
po’ più avanti del resto del mondo peraltro per l’informatica.
L’automobile dunque. Nel 2023 in Cina se ne sono vendute 30 milioni. Negli
Stati Uniti 16, in tutta la Ue, che ha una popolazione una volta e mezza quella
americana, 15. Nel primo semestre del
2024 in Cina se ne sono vendute 14 milioni, in aumento del 6 o 7 per cento sul
primo semestre 2023. Negli Stati Uniti
se ne sono vendute di meno. In Europa molte meno.
Nel primo semestre 2024 i marchi cinesi hanno venduto 5,6 milioni di
vetture. Solo un terzo quindi, o poco di più, di fronte ai concorrenti “occidentali”,
tedeschi e giapponesi. Ma con un aumento del 18 per cento sul primo semestre 2023.
Mentre i marchi tedeschi hanno ridotto le vendite del 6-7 per cento, e quelli
giapponesi del 12-13 per cento. E Byd , che ora si vuole boicottare in Europa e in
America per frenarne gli indubbi vantaggi, ha detronizzato Volkswagen come
marchio più popolare: ha venduto 1,6 milioni di autovetture, contro 1,3 di Vw.
Un’ascesa, quella di Byd, già insuperabile sull’elettrico. In Cina e nel
mondo – esporta già in un centinaio di paesi, senza incontrare concorrenza.
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