M – o l’indigenza in abbonamento
Irraccontabile, a
una rivisitazione, l’indigenza di questa raccomandatissima serie – “mini”, ma
già le prime due ore sono troppe. Di ideazione: lo stile “Gomorra – la serie tv”
degli sceneggiatori Bises e Serino portato in politica e nella storia è una
berlina, insostenibile. Della produzione: una serie storica in scene di compensato
è un’assurdità – il salotto di Marinetti buffone, i voli a Fiume... Degli interpreti. Con lo stralunato Marinelli
che non fa ridere (potrebbe essere Crozza, ma niente), non mette paura e nemmeno è antipatico: fa un buffone che fa
il buffone, insopportabile. Dei personaggi, tutti macchiette: Cesare Rossi - dobbiamo
ridere?, Margherita Sarfatti amante da sveltina, la moglie e i figli una raccolta
di poveracci.
La tesi è che
Mussolini non era niente, un fallito, e che il Grande Capitale lo ha imposto? Storicamente
si sa che non è stato così, ma non è necessario conoscere la storia. È che il Grande
Capitale non andrebbe ridotto a mezza scena – mezza frase.
Perché
occuparsene? È curioso che la serie, furbamente ultrapropagandata prima, un
capolavoro di arte promozionale, sia tuttora incensata. I critici della tv non
guardano la tv, le serie che recensiscono? Neanche, di passata, qualche battuta
sul cellulare?
Joe Wright, M
– il figlio del secolo, Sky Documentaries
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