Ombre - 753
Ciampino-Palm Beach (Mar-a-Lago),
dodici- tredici ore di volo, all’andata, e altrettante al ritorno, con due violenti
jet lag, intervallati da una sosta di sole tre ore, compresi i trasferimenti
dall’aeroporto a Mar-a-Lago, per conferire col prossimo presidente degli Stati
Uniti e un paio di suoi ministri, degli Esteri e della Sicurezza, nonché vedere
un film documentario sulle “persecuzioni” subite da un avvocato di Trump, decisamente
Meloni ha una marcia in più. Non libererà Cecilia Sala, gli ayatollah sono
gesuiti al cubo (e più benvoluti dal loro dio), ma è come se.
Volare da Trump in
condizioni eccezionali di disagio a soli sei giorni dall’accoglienza promessa,
a Roma, del presidente uscente Biden in visita di congedo deve far presumere
anche un capolavoro di diplomazia. Difficilmente sostenibile un rapporto così
ambivalente.
“Decine di morti in 24
ore a Gaza, dagli Usa 8 miliardi di dollari in armi a Israele” (“Il Sole 24 Ore”)
– otto miliardi di vendite di armi. Ma c’è spazio solo per criticare il papa che
critica Netanyahu.
Gli 8 miliardi sono l’ultimo di molti contratti di vendita di armi del buon credente Biden, a
Israele e all’Ucraina.
Al 30 settembre, calcola la
Federal Reserve, la banca centrale americana, lo 0,1 per cento più ricco della
popolazione Usa possedeva un quarto, il 23,6 per cento, di tutti i fondi, le
obbligazioni e le azioni sul mercato. E l’1 per cento possedeva in titoli azionari
23.270 miliardi di dollari, che erano quanto possedeva in azioni il restante
99 per cento della popolazione. Due cifre che sono più di un trattato
socio-economico.
Resta da spiegare come
funziona la democrazia con la concentrazione della ricchezza.
Molte paginate sui
rincari del gas. Con spiegazioni di tutti i tipi. Senza dire l’essenziale: che i
rincari - del 2, o 5, o 7 per cento, non si sa - riguardano della costosissima
bolletta solo la voce “materia energia”, il 5, massimo 10, per cento del
totale. Che la bolletta è tutta tasse. Che vanno sotto due voci false: “oneri
di sistema” (contributi a fondo perduto al business delle “fonti alternative”,
dall’Enel ai piccoli mangioni locali delle pale eoliche) e “reti di trasporto”
(fili della luce e gasdotti, vecchi di mezzo secolo e più). Con in più, ridicolo,
la “lettura del contatore”, che si fa in automatico – costa quasi più della “materia
energia”.
Scandalo perché l’uomo
forte della Siria Al Jolani, barbuto jihadista in impeccabile completo grigio,
dà la mano al ministro degli Esteri francese Barrot, che è un uomo, e si limita
a un inchino, destra sul cuore, col ministro tedesco Baerbock, che è una donna.
È prassi nel mondo islamico, le donne, anche in famiglia, si esimono da baci e
abbracci. Ma non è questo il punto, l’ignoranza. È che nessuno dice niente su
Baerbock in jeans frusti, girovita debordante da ex ragazza, e clarks d’annata.
I ministri degli Esteri
francese e tedesco vanno in ricognizione a Damasco, un primo segno di attenzione
dell’Unione Europea al nuovo regime, senza nemmeno informare il cosiddetto
ministro degli Esteri della Commissione di Bruxelles (Alto Rappresentante dell’Unione
Europea per gli Affari Esteri e la Politica di sicurezza, nel gergo unitario), che
è la ex premier estone Kaja Kallas. Una bella Unione.
Il giudice di New York
che ha fatto rinviare a giudizio da una giuria Trump con 34 capi d’accusa per
aver ceduto al ricatto di una pornostar, non ha pronta la condanna – non sa
come redigerla – ma non vuole perdersi l’occasione di entrare nella storia. E annuncia
che la sentenza ci sarà prima dell’insediamento – dopo non gli è più concesso. Senza
scandalo: nessuno che dica che questo giudice è stato messo al suo posto dal partito
Democratico, per il quale ha sempre lavorato, lui e la sua famiglia. Gli Stati
Uniti sono un altro mondo.
Fa senso Trump chiamato tycoon
nel telegiornale di Canale 5, il tg di Berlusconi. Una presa di distanza ex
post dalla “discesa in campo”? Un risentimento o disprezzo velato verso una
lunga stagione di militanza politica obbligata – ora fanno trent’anni?
Nella Supercoppa circense
d’Arabia un fatto strano emerge netto: un club, la Juventus di John Elkann, ha
licenziato con laute buonuscite allenatore e portiere fino ad allora
essenziali, e ha lasciato libero un altro calciatore essenziale di accasarsi
altrove, senza indennità di trasferimento, per spendere 150 milioni, almeno, in
sostituti di poca salute e/omediocri, gravandosi per di più di un monte ingaggi quasi duplicato.
All’insegna del risparmio – e del miglior gioco, che latita. Incapacità non può
essere.
Annunci negli ospedali,
in bacheca come gli avvisi sindacali, di avvocati a percentuale (per lo più
avvocate), che promettono tesori a chi denuncia i medici. Senza costi: la
parcella sarà saldata a percentuale del devoluto quado i “danni” saranno stati liquidati.
Ha dilagato presto la pratica americana degli avvocati contingency. Prevalentemente
contro ospedali e assicurazioni. In forma di ricatto: si propone, e per lo più si
ottiene, un “patteggiamento”, per limitare il danno d’immagine e le seccature
di anni di processi. Gli avvocati a percentuale non sono giudici, ma ne sono l’altra
faccia, la più vera per essere dichiarata, della giustizia – in America è così.
C’è però una differenza,
nella pratica italica del contingency lawyer, che il cliente paga
l’avvocato, orari, spese legali, eccetera, prima di sapere se ha avviato l’azione
legale su presupposti solidi. Il contingency lawyer americano analizzerà
il caso, avvierà la procedura, e provvederà alle spese legali a suo carico,
rifacendosi successivamente, solo se l’azione ha avuto successo. Mentre l’onorevole
professionista italico-a si farà prima pagare – come quando uno va dal medico, e
paga centinaia di euro prima di sapere se lo guarirà, o almeno lo curerà.
L’Italia? Il migliore dei mondi possibili.
La notte di Natale la veglia
a Tel Aviv dei familiari degli ostaggi israeliani è impedita dalla polizia. È andata
meglio che in altre occasioni, quando alcuni familiari sono stati arrestati. Ma
è una non notizia, in mezzo alle tante con cui si riempiono le pagine vuote per
Natale.
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