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giovedì 23 gennaio 2025

Ombre - 756

Santanché dopo il rinvio a giudizio: “La premier vorrebbe che fosse la ministra a lasciare. Alla fine potrebbe essere lei a costringerla”, cioè Meloni. Dimenticando che il presidente del consiglio (non premier) italiano non ha questo potere – non ha nessun potere: può solo dimettersi, facendo decadere tutto il governo.
Si parla tanto, da quarant’anni, di riforma del governo, ma l’ignoranza resta totale.
 
“Nel sistema attuale il pubblico ministero è già un superpoliziotto. Con l’aggravante che godendo delle stesse garanzie del giudice egli esercita un potere immenso senza alcuna reale responsabilità”. È Nordio, ma è semplice. Solo Schlein non capisce – finge di non capire, difendere i giudici è meglio che occuparsi di Stellantis?
 
Centro-sinistra unito, ben cinque partiti (senza 5 Stelle, quelle stanno nel “campo largo”) contro il governo per il generale libico tifoso della Juventus, liberato e “rimpatriato” dalla Corte d’Appello di Torino. Dimenticando che la giustizia è indipendente dal governo.
 
Ma non è tutto: è sempre di centro-sinistra il giudice italiano alla Corte Penale in Olanda che emette mandato di cattura contro il generale libico quando si trova in Italia e non quando si trova in Germania, e di questo rende edotta la questura di Torino, per l’opportuno arresto all’uscita dallo stadio – con la favola, più stupida che incredibile, del “normale controllo di routine”. Che il centro-sinistra, dall’estrema a Renzi, sia unito da servizi segreti “deviati”, cioè di parte politica, e contro gli interessi dell’Italia, solo per mettere in imbarazzo il governo, la dice lunga sul suo stato. Non sono i cattolici a minare Schlein, ci pensa da sola.
 
Di Pietro che sul “Corriere della sera” irride il sindacato dei giudici, la fabbrica delle “correnti” pseudo-politiche, invitandolo alla serietà, alla Costituzione e a Giovanni Falcone, dice tutta la miseria della categoria. La legge sulla divisione delle carriere non si farà – nessuna riforma si può fare in Italia, paese inerte politicamente. Tanto più per questo il cerimoniale organizzato per lo sciopero è ridicolo. Non avere il senso del ridicolo è segno di un potere cavo, vuoto. Certo maligno.
 
Elon Musk agitatissimo, al ricevimento post-inaugurazione di Trump, va avanti e indietro sulla pedana agitando i pugni chiusi. Fino a che non li schiude, pone la mano sul petto e poi la lancia in alto. Scandalo, è il saluto hitleriano. Era compagno prima e subito poi nazista? Abbiamo pochi argomenti.
 
Il conto risale lontano. Parte dal dopoguerra, ma 27,6 miliardi persi per il marchio Alitalia fanno senso, fra contributi pubblici, cassa integrazione, e finanziamenti privati. Del resto 25,1 miliardi dei 27,6 sono stati sprecati dal 2000 in poi. Uno spreco così suddiviso: 16,3 miliardi a carico del Tesoro, del fisco, 11,3 miliardi a carico degli azionisti e delle banche. Quella dei campioni nazionali può essere un’ideologia distruttiva – di che era campione Alitalia?
 
Ventidue mesi consecutivi di caduta della produzione industriale non fanno crisi, secondo gli economisti. Ma su un punto sì – non detto: la produzione industriale cala perché è o era troppo dipendente dall’automotive, e quindi va a picco con la ex Fiat.
 
Lette una per una le biografie dei venti ministri di Trump sono ragionevoli. Contrariamente ai rumours e alle presunte resistenze del Senato (molte nomine vanno avallate dal Senato). Poi magari si scopre che questo orrido Trump non è un asteroide disperso.
 
Cecilia Sala liberata dagli ayatollah riesce a parlare per venti minuti da Fazio senza mai menzionare Meloni. Che pure si è fatte trentasei 36 ore di aereo, e tre di Trump, per liberarla. Certo, saper tacere è pur sempre una prova di capacità. 
 
Il presidente o primo ministro lituano vuole la spesa militare in Europa al 6 per cento del pil, per fare la guerra alla Russia. Non è il solo. Il presidente del consiglio polacco Donald Tusk, già presidente del Consiglio europeo e ora alla presidenza di turno della Ue, pure lui la vuole al 5-6 per cento, per lo s
tesso motivo - e del resto il suo Paese, col precedente governo di destra, è già salito oltre il 4 per cento. Come l’Estonia e la Lettonia. Da chi bisognerà guardarsi?

 
Singolare lezione del “maestro” D’Avenia sul “Corriere della sera” contro la infausta riforma Berlinguer della scuola, venticinque anni di disadattamento, senza mai nominarla, ma durissima. Vuole indietro non solo il latino ma pure la calligrafia – e la tabellina pitagorica? E spiega il perché.
https://www.corriere.it/alessandro-d-avenia-ultimo-banco/25_gennaio_20/umano-destra-o-sinistra-6d2d3576-896d-4061-9008-770b79bf2xlk.shtml#:~:text=Grazie%20a%20questa%20%C2%ABscuola%20di,%C3%88%20oltre%3A%20%C3%A8%20umano.
È un articolo di giornale, ma si legge e tiene come un vangelo.
 
Si fa scandalo, con risate, alla pretesa di Trump alla Groenlandia. Che però non è una pretesa, ma un salvagente ai groenlandesi. Che sono pochi, ma l’Europa non sa che la Danimarca li considera inferiori. Come si faceva con gli africani nell’Ottocento. Chi ha un figlio deve sottoporsi a esami di intelligenza, e dimostrare alla Danimarca che saprà allevarlo. Altrimenti se lo prendono in adozione.
I groenlandesi non sono selvaggi, sono gli inuit, che altrove vengono coccolati – sempre specie speciali, l’Europa conosce, e ama, le differenze.

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