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Ritorno alle Partecipazioni Statali
Mps-Mediobanca-Generali non è tanto Roma vs.
Milano, è un ritorno della logica delle Partecipazioni Statali. Meglio, è un’operazione
“romana”. Non nel senso geografico, cioè, ma in quello semantico della parola,
per “Milano” intendendosi il mercato, per “Roma” il sottogoverno (che non sarà di
moda, ma si pratica, eccome).
Sgomenta la prontezza con cui Giorgetti, milanese ministro del Tesoro,
ha avallato la mossa di Mps su Mediobanca-Generali. Anzi l’ha patrocinata, a detta
di Lovaglio, l’ad Mps. Mentre sollecita un giorno sì e uno no il suo Dica, Dipartimento Controlli Amministrativi,
Ufficio “Golden Power”, per altre, nuove, più stringenti valutazioni sull’inesercibilità
della Ops Unicredit su Bpm. Giorgetti che governa le banche….
Non meraviglia Lovaglio, che fa quello che sa fare, il banchiere d’affari
(per lunghi anni al settore acquisizioni e fusioni di Unicredit) e il risanatore
(della banca polacca Pekao, un mezzo catorcio di cui ha fatto la seconda banca
del Paese, sempre per conto di Unicredit – che poi ha salvato i propri conti
rivendendola a gran prezzo). Chiamato a Mps dal ministro del Tesoro Franco,
cioè da Draghi.
Meraviglia che la
Lega, lombardo\veneta e ufficialmente liberista, riapra le famose Partecipazioni
Statali. Conta solo il potere – l’eterna lezione democristiana. Spiace non tanto
per Mediobanca, ma che ne sarà di Generali? Che è una signora azienda – e pure
ha grande esperienza di assalti, avendone dovuto respingere molti.
P.S. La Lega, ufficialmente aralda del mercato,
in realtà è un partito della pancia. Come dimenticare quanto Bossi sosteneva nella
campagna elettorale 1992, in cui Milano 1 (la circoscrizione dei potenti,
ricchi o intellettuali) lo avrebbe consacrato, che il suo orizzonte era sostituirsi
alla Democrazia Cristiana, al dominio Dc sul Lombardo Veneto? Fino al punto, evidente
in questo caso, di puntare a un ritorno alle Partecipazioni Statali, ancorché
di memoria infausta, per il mercato, per l’economia, e per la stessa politica.
Ma centro di potere indiscutibile.
Puntare non tanto a Mediobanca, che è solo
poco più di una banca d’affari e non tra le più attive, ma a Generali al
coperto del “golden power”, cioè alla mercè del governo, sgomenta un po’. E
dovrebbe impensierire anche Meloni, e Forza Italia. O è come alla roulette, che
i giochi sono fatti al lancio della pallina - non si può dimettere il governo per
impedire l’assalto?
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