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sabato 25 gennaio 2025

Ritorno alle Partecipazioni Statali

Mps-Mediobanca-Generali non è tanto Roma vs. Milano, è un ritorno della logica delle Partecipazioni Statali. Meglio, è un’operazione “romana”. Non nel senso geografico, cioè, ma in quello semantico della parola, per “Milano” intendendosi il mercato, per “Roma” il sottogoverno (che non sarà di moda, ma si pratica, eccome).
Sgomenta la prontezza con cui Giorgetti, milanese ministro del Tesoro, ha avallato la mossa di Mps su Mediobanca-Generali. Anzi l’ha patrocinata, a detta di Lovaglio, l’ad Mps. Mentre sollecita un giorno sì e uno no il suo Dica, Dipartimento Controlli Amministrativi, Ufficio “Golden Power”, per altre, nuove, più stringenti valutazioni sull’inesercibilità della Ops Unicredit su Bpm. Giorgetti che  governa le banche….
Non meraviglia Lovaglio, che fa quello che sa fare, il banchiere d’affari (per lunghi anni al settore acquisizioni e fusioni di Unicredit) e il risanatore (della banca polacca Pekao, un mezzo catorcio di cui ha fatto la seconda banca del Paese, sempre per conto di Unicredit – che poi ha salvato i propri conti rivendendola a gran prezzo). Chiamato a Mps dal ministro del Tesoro Franco, cioè da Draghi.
Meraviglia che la Lega, lombardo\veneta e ufficialmente liberista, riapra le famose Partecipazioni Statali. Conta solo il potere – l’eterna lezione democristiana. Spiace non tanto per Mediobanca, ma che ne sarà di Generali? Che è una signora azienda – e pure ha grande esperienza di assalti, avendone dovuto respingere molti.  
P.S. La Lega, ufficialmente aralda del mercato, in realtà è un partito della pancia. Come dimenticare quanto Bossi sosteneva nella campagna elettorale 1992, in cui Milano 1 (la circoscrizione dei potenti, ricchi o intellettuali) lo avrebbe consacrato, che il suo orizzonte era sostituirsi alla Democrazia Cristiana, al dominio Dc sul Lombardo Veneto? Fino al punto, evidente in questo caso, di puntare a un ritorno alle Partecipazioni Statali, ancorché di memoria infausta, per il mercato, per l’economia, e per la stessa politica. Ma centro di potere indiscutibile.
Puntare non tanto a Mediobanca, che è solo poco più di una banca d’affari e non tra le più attive, ma a Generali al coperto del “golden power”, cioè alla mercè del governo, sgomenta un po’. E dovrebbe impensierire anche Meloni, e Forza Italia. O è come alla roulette, che i giochi sono fatti al lancio della pallina - non si può dimettere il governo per impedire l’assalto?

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