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Se l’Europa va a destra a causa degli immigrati
Il maggior fattore di crescita delle destre in Europa, in tutti i
sondaggi, è l’immigrazione illegale. Ma non per razzismo, ovunque più o meno screditato,
ma perché questa immigrazione impatta sul sociale – sull’economia dei meno
abbienti. Nella parte tedescofona, estesa alla Scandinavia, Finlandia compresa.
Per prevenire questa deriva l’Austria aveva adottato nel dopoguerra, fino agli
anni 1970, benché necessitasse si braccia, la crescita zero.
In Italia l’immigrazione è un problema limitato: all’accoglienza, e all’esercizio
del primo controllo di validità dei diritti dell’immigrato, come frontiera Schengen,
avamposto di tutta l’Europa. Nei paesi “tedescofoni”, in Germania e Austria, e
anche in Olanda, Belgio, Danimarca, Svezia, le leggi privilegiano l’immigrato. Che
ha diritto, oltre che alle cure sanitarie e all’istruzione, anche all’abitazione
e ai sussidi sociali (che per molti immigrati sono più che un salario). Specie se
immigrati con diritto d’asilo, in teoria accertato dalla burocrazia dell’Italia,
il paese di primo accesso - cioè, si ritiene, con superficialità.
Questi i fondamentali della spinta anti-immigrazione. Con
l’aggravante della piccola malvivenza, prostituzione e spaccio. E dell’islamismo
militante, in Germania e in Francia – episodi da qualche tempo, cioè atti
isolati, ma maturati, si ritiene, in ambienti di immigrati, senza “controllo sociale”,
senza cioè che nessuno si premuri di mettere in guardia.
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