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Secondi pensieri - 552
zeulig
Fede – Può essere, è per Graham Greene negli anni
tra “Il nocciolo della questione”, 1948 e “Fine di una storia”, motivo di
turbamento e non rassicurazione. Così in “Ways of Escape” (“Vie di fuga”):
“Sentivo me stesso usato e spossato dalle vittime della religione”. Che aveva disegnato
e animato: “La visione della fede come un mare in bonaccia era perduta per
sempre; la fede era più come una tempesta nella quale gli sfortunati erano inghiottiti
e perduti, e i fortunati sopravvivevano per essere sbattuti affranti e sanguinanti
sulla spiaggia”.
Felicità – È femmina, “il principio femminile dell’universo”. Ernst
Junger felice in Sardegna settant’anni fa, nella primavera del 1954, lo annota
il 22 maggio (“Presso la torre saracena”, ora nelle due raccolte “Terra Sarda” e
“Il contemplatore solitario”). “Come ogni colore esige il suo colore
complementare, così anche il potere è una realtà a due facce, che soltanto nell’Altro
da sé si accende di una luce davvero illuminante. Come dobbiamo chiamare questo
Altro? La bellezza? L’amore? Potrei individuarlo nella felicità: se il potere è
il principio maschile nell’universo, la felicità è il principio femminile. Senza
quest’ultimo, che lo complete e lo equilibra, il potere può divenire
terribilmente odioso, come vediamo accadere ai nostri giorni”.
Si può obiettare che non ci sono dei
giorni esclusi. Ma non è di storia che Jünger riflette, osservando il bello,
felice e inutle falco librarsi nell’aria: “Come il potere è una chiave, così la
felicità è qualcosa da dischiudere e rivelare, un tesoro che giace inesauribile
sul fondo dell’universo. Lo conferma l’apparizione di un animale come il falco.
Sentiamo nell’intimo che esso non è soltanto splendido: dev’essere anche felice.
Deve avere ancora accesso all’intera, indivisa realtà del mondo” - di cui reca i
contrassegni: “È bello, forte e pieno di
energia amorosa come il primo giorno”.
Genere – È un’ideologia che si nega, l’ideologia di
genere – che ne sa il suo oggetto (soggetto)?
Si nega non nel senso di pretendere di essere
a-ideologica, ma di negare ciò che afferma, affermando ciò che nega.
È comunque una forma di identitarismo, nel mentre
che lo nega. Politicamente una forma spersonalizzata dell’identità, in antitesi
con l’identitarismo tradizione, conservatore e reazionario.
Una forma personalizzata di identità, ma inattaccabile,
incoercibile, irriducibile. Assoluta. Una maniera di, simile alla vecchia
anima, cui si è sostituita, ha provato a sostituirsi, ci sta provando, con lo
stesso impegno (“afflato”) “religioso” (io e il mi Dio). L’ideologia di genere
ne fa una “sostanza” o modo di essere unico, in quanto personale, e svariato –
infinitamente variabile: unico o (e), multiplo, costante e mobile.
È un’ideologia che si vuole rivoluzionaria. Ma di
fatto è solo eversiva, in senso prevalentemente distruttivo, a carico quindi
dei meno protetti o meno forti – le donne tradizionalmente (se una donna è “persona
con una vagina”) e i bambini. In senso anche reazionario, l’“essere” limitando
ai genitali.
Identitarismo – Si moltiplica nel mentre si nega.
I può anche dire che si nega strumentalmente, in chiave
dialettica. Nella forma dell’antitesi eversiva. Come quando si dice che il
cambiamento climatico è una questione razziale, dell’umanità bianca che avvelena
le minoranze razziali – le quali universalmente, come numero, che è quello che
conta in fatto di inquinamento, certamente non sono minoranze, anzi.
Natura naturata – Non sarà divina ma sicuramente aliena,
argomenta Ernst Jünger in “Presso la torre saracena” (in “Il contemplatore
solitario”), il diario di un suo soggiorno in Sardegna nel 1954, alla data del
29 maggio. Ricordando le passeggiate bambino col padre nel bosco, (“dovevamo
ammirare la geniale funzionalità di un fiore o di un’ala come il non plus ultra
degli oggetti degni di studio”): “Ciò che là diventava ammirevole era posto in
relazione con un’intelligenza onnipresente nel cosmo in forma invisibile, e poi
dichiarata dalla scienza e cristallizzata in forme sintetiche. Le prove venivano
offerte – ai passeggiatori, n.d.r. – in forma di arcano”. Di un’intelligenza
artistica piuttosto che di forza - di potere o di interesse: “Che dietro la natura
naturata si celi un principio artistico piuttosto che uno meccanico-economico
è un’idea che sfuggirà sempre a chi si limita a concepire la creazione non come
la presenza contemporanea del grande progetto e del reale che lo incarna, ma
solo come successine e mosaico di eventi. Mentre già lo sperpero operato dalla natura
indica, nella sua principesca magnificenza, come il progetto sia artistico e
non economico. La bellezza va ben oltre la funzionalità” – senza escluderla: “l’elemento
funzionale in natura è certo presente e verificabile, così come non può mancare
neppure nel quadro di un grande pittore”.
Storia – Cristo l’annulla? O non ne è l’ipostatizzazione
– l’Incarnazione è ben un fatto storico?
Era radicale Emanuele Severino, cattolico, che
per questo però fu condannato dal Sant’Uffizio
e cacciato dall’Università Cattolica: “Già alle origini dell’Occidente, con i
greci, la storia diventava impossibile. I greci hanno scoperto il carattere
radicale del nulla. L’uomo pre-greco sapeva di compiere con la morte un viaggio
in un mondo da cui avrebbe potuto forse tornare. Vivere tra il nulla e il nulla
è in realtà morire, e questo è l’atto supremo di conoscenza”.
Vivere come metempsicosi, o
reincarnazione? Nell’eterno ritorno della storia ripetitiva? In un mero
alternarsi di eventi incontrollabili, indeterminabili, incorreggibili?
Il nichilista è miglior cristiano lo
diceva Oscar Wilde, ma per ridere. Il cristianesimo è tutto storia, dai test sacri
alle chiese – dentro le chiese e fuori.
La libertà era il fiume degli antichi, quello
dei moderni è la storia, spiega Arendt, secolarizzata: l’uomo è volano della
storia.
La storia è l’uomo, l’uomo è storia.
Da
oltre un secolo il mondo subisce la democrazia e la tecnica come esiti d’una
storia che non è più opera sua, se il mondo è Europa, che non è (fa) più
storia. Viviamo in epoca tarda, la poststoria degli apocalittici.
Da revenants,
essendo morti, fantasmi afflitti, se la materia è neutra come vuole la fisica? Per questo siamo freddi: l’aria c’è ancora, ma di particelle asettiche.
Se non che il passato è reale.
zeulig@antiit.eu
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