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Tutte le tonalità della malinconia
Malinconia a
piena mani, dalla primissima scena, l’arrivo in uno stabilimento di talassoterapia
in capo al mondo in Bretagna, davanti a un mare di scoglio che non è mare. Tutto
in grigio, nelle varie tonalità, sempre spente. Entro un orizzonte indistinto,
incolore come tutto il resto. Dove lei, che di lui ha memoria sempre viva
benché ne sia stata abbandonata molti anni prima, lo rintraccia. E non per
caso, per averlo sempre atteso. Poche ore di felicità, sempre malinconica, la
festa si svolge in un centro per anziani, e poi di nuovo addii.Hors-saison, fuori
stagione, è il titolo originale.
Un racconto che
si vuole romantico. E in qualche misura ci riesce. Ma non per la figura di lui,
che domina tutte le scene ma restando sempre lo stesso: un attore di cinema di
successo che ha voluto tentare il teatro ma avvicinandosi il debutto è preso dal
trac e s’inguatta in un centro benessere lontano dal mondo, insensibile agli
appelli della moglie e del capocomico, e tale sempre rimane, uno che si guarda l’ombelico.
L’unico stimolo viene
da Alba Rohrwacher. Che finalmente ha un ruolo complesso (robusto) – o tale lo rende
lei: compagnona, innamorata e fallita, brillante, sentimentale e incattivita. Specie
a fronte del protagonista, Guillaume Canet, che domina ogni scena, dal ghigno simpatico
ma sempre uguale – un sorriso ebete, da “guardincielo” se fosse nel presepe. 00
Più che una storia un film di montaggio, delle scene più riuscite. Così abbiamo
un monologo lungo, di cinque-dieci minuti, un’eternità al cinema, la lunga recitazione
di un’anziana della casa di riposo, per l’estrema bravura dell’interprete, schermo
fisso, sul suo volto. O dei due imitatori dei versi degli uccelli, Jean
Boucault e Johnny
Rasse.
Stéphane Brizet, Le
occasioni dell’amore
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