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domenica 2 febbraio 2025

Almasri, tre gialli in uno – anzi quattro

C’è in questa vicenda Almasri un fatto eccezionale, da film d’azione, che stranamente si trascura. Che la Questura di Torino, di notte, all’uscita dallo stadio di Juventus-Milan, ferma per caso, per un controllo di routine, tra le migliaia di macchine che defluiscono, una di libici. E al controllo dei documenti risulta che uno di loro è ricercato.
In alternativa un’altra narrazione, altrettanto fantastica. La Questura di Torino a tarda notte fa irruzione nell’albergo dove Almasri alloggia, con un passaporto caraibico, e lo arresta. Per virtù dello Spirito Santo? Ma sceneggiare l’albergo circondato, l’irruzione, gli altri ospiti al piano, non è fantastico?
E poi c’è la Cote dell’Aja, quella che vuole Putin e Netanyahu all’ergastolo, che lascia Almasri a passeggiare per mezza Europa, Inghilterra, Francia, Belgio, Germania, e appena varca le Alpi zàcchete, con gli esecutori volenterosi di Torino, cioè con i servizi italiani, lo afferra.
Magari con lo zampino della Francia – un pizzo di spy story non guasta. La quale già rumoreggiava contro il riavvicinamento della Libia all’Italia – troppo pochi sbarchi. E Macron con l’Italia è piuttosto sbrigativo, come già Sarkozy nel 2011 – con grande successo allora, il disastro per l’Italia. E con un pizzico di storia, in chiave naturalmente di antifascismo: Mussolini pagato dalla Francia per far entrare l’Italia in guerra nel 1914-1915. Qui però si porrebbe un problema: Mussolini si faceva pagare, Li Gotti, Lo Voi e la sinistra marciano gratis?
Questa si potrebbe dribblare: sono i servizi italiani a essere venduti alla Francia, cioè a farsi pagare, come Mussolini. Oppure sono semplicemente inutili – non è già successo nel 2011?

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