Curie radioattiva, in laboratorio e fuori
Un ritratto a tutto tondo della
scienziata, nelle sue varie componenti, caratteriali (volitiva), sociali (“la
polacca” in Francia), affettivi (altalenanti, col marito, tra la riconoscenza e
il rimprovero, e con le figlie, tra cura e disattenzione), sempre corretti solo
con la sorella, ma per l’equilibrio della sorella (la stabilità della comune
origine, polacca). Con l’adescamento, da vedova, del ricercatore in laboratorio
sposato, a un’attrice di teatro molto combattiva, che ne fa il ludibrio nazionale.
E con la prima, ssatta, valutazione dei rischi delle proprie scoperte, delle radiazioni
– di cui forse finisce vittima, come forse lo è già stato il marito Curie.
Una rivalutazione del genere bio
dilagante. Il più “veritiero”, cioè convincente oltre che appassionante, dei
tanti film su Marie Curie. “Basato sul fumetto di Lauren Redniss” forse per solidarietà
tra fumettisti, ma capolavoro della romanziera grafica di “Persepolis”,
iraniana di nascita, francese di adozione. Coadiuvata da una Rosamund Pike che
sembra la perfezione in tutti i registri.
Satrapi stranamene, dopo il
successo dell’autobiografica graphic novel “Persepolis”, in quattro
volumi, portata anche al cinema, ha soltanto tre film all’attivo come regista, “Pollo
alle prugne”, “The Voices” e questo “Radiactive”, vecchio ormai di cinque-sei
anni - non distribuito in Italia per via del covid, pare (si presenta datato 2023).
Marjane Satrapi, Radioactive,
Sky Cinema, Now
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