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Famiglia in un interno, borghese, solido
Rebecca, la figlia tanto attesa che nasce
con una voglia vistosa sulla guancia, porta la madre già scossa all’isolamento
e alla depressione, per lunghi anni. Tensioni anche drammatiche si succedono. Entro
una cornice di “normalità”, ora spregiata ma imprescindibile, in famiglia, a scuola,
in città, al lavoro, seppure in professioni di eccellenza, medica e musicale.
Un dramma – uno dei tanti – familiare.
Nella storia principale, della bambina con la voglia, e in quella della sua
compagna di banco a scuola, dove il padre è un violento. Ma un racconto
efettivamente borghese, senza l’ansia cioè dell’anti-borghesismo o dell’anti-familismo
ora d’obbligo: Giordana è un grande narratore. Anche nella sagomatura dell’ambiente
esterno, la provincia veneta, anzi specificamente Vicenza – che curiosamente è sempre
ancora quella di Parise.
Una regia dietro le quinte, con recitazioni
tutte in carattere: Valentina Bellé la madre, Paolo Pierobon il padre, Sonia
Bergamasco la pianista, sorella del padre e vice-mamma, sulle cui tracce si
indirizzerà la bambina “talento naturale” (premiata a Valencia, al festival che
a fine novembre si è comunque tenuto dopo l’eccidio dell’alluvione), e
sopattutto le tre Rebbecca, a sei, dieci e diciott’anni, Viola Basso, Sara Ciocca
e Beatrice Barison.
Marco Tullio Giordana, La vita accanto,
Sky Cinema, Now
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