lunedì 24 febbraio 2025

La Germania è stufa

Per la prima volta nella storia della Repubblica Federale, quasi ottant’anni, la Germania ha votato per le estreme, di destra e di sinistra. A destra l’Afd ha raddoppiato in tre anni i voti, dal 10,4 al 20,7. A sinistra Linke-Sahra Wagenknecht li ha triplicati: dal 4,9 a13,6.

Uno su due degli elettori giovani avrebbe votato per le estreme. È entrato in politica con un piede nella contestazione dell’esistente.

L’esistente, la Cdu\Csu, la democrazia cristiana tedesca, è passata dal 24.1 al 28,6 per cento. Ma i sondaggi prima del voto la davano al 30,6. E nella campagna elettorale si accreditava di un 32 per  cento, perfino di un 34.

Dei quasi dieci punti persi dai socialdemocratici e dei tre dei Verdi si può presumere che abbiano beneficiato Linke e Sahra Wagenknecht. Ma sicuramente c’è stato un travaso elettorale – dieci punti sono tanti, sei milioni di elettori, i giovani neo-votanti non bastano – dal Centro verso Afd.

Il voto si dice un trionfo per il neo cancelliere Merz. In realtà non lo è. E pone un problema alla Cdu\Csu, diventata semplice gestore attendista nei lunghi anni di Angela Merkel. Gli impongono, da sinistra e da destra, un diverso atteggiamento nei confronti della Russia. Con una politica decisa di riaprovvigionamento energetico a buon mercato, anche a scapito della transizione verde e dell’ostilità contro la Russia. La crisi economica in Germania vuole dire disoccupazione, e non è tollerabile – la recessione dura ormai da due anni.

Le questione recessione-energia si complica col problematico rapporto con l’America di Trump. La Germania Federale ha delegato all’America la difesa di ultima istanza, l’ombrello nucleare – in pratica la difesa. E qualcosa del vecchio assetto cambierà, anche se non si sa che.

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