venerdì 28 febbraio 2025

L'America si è stancata di fare guerre

 L’“Economist” oggi, quindi con qualche giorno di anticipo sulla sceneggiata odierna a Washington fra Trump e Zelensky, condanna il presidente americano come l’affossatore della potenza americana: l’editoriale sostiene che Trump “renderà il mondo più pericoloso, e l’America più debole e più povera”. Tutto il contrario cioè del suo proposito, fra dazi e spese militari europee. Questa non è l’immagine invece che ne danno i media americani. Che Trump ha tutti critici, ma in certo senso ammutoliti: come se temessero che Trump abbia ragione. Che gli Stati Uniti non possono pagare, in uomini e armamenti, per tutti. Con qualche affidamento, perfino, sulla decisa volontà anti-bellica che Trump manifesta così platealmente - come se l’America si fosse stancata di fare guerre.
La critica americana sui cinquanta giorni di Trump non è sula politica estera – dazi e e paci imposte. È sull’accentramento dei poteri. I media americani più di tutto discutono dove e se le iniziative a scapito dell’autonomia di enti da sempre sganciati dall’esecutivo, dal potere politico (il presidente ha il potere di nomina ma non di indirizzo), come la Federal Reserve, la Securities and Exchange Commission, la Consumer Product Safety Commission. Non vengono in dubbio le prerogative in materia di difesa, di sicurezza nazionale, da comandante in capo.

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