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Militanza in calo contro la Russia
Non recepito dai media
italiani, bizzarramente sempre in guerra contro la Russia, a sinistra e a
destra, c’è diffuso un distanziamento in Europa dalle posizioni più militanti.
La stessa Polonia, capofila dell’antirussismo, con una spesa militare quest’anno
del 4,7 per cento del pil, sta moderando da qualche settimana i toni bellicosi.
Più marcato il disimpegno
britannico: il nuovo governo, laburista, ha smobilitato le strutture di formazione
a addestramento delle forze ucraine, e non fornisce più coi suoi Servizi la “notizia
di guerra” ogni giorno ai media. Macron, il presidente francese, che non molto
tempo fa voleva mandare dei “volontari” alla difesa dell’Ucraina, tace. La Germania
discute il militantismo antirusso di Polonia, Moldavia, Georgia, Romania, dei paesi
Baltici e ora anche di Finlandia e Svezia. Berlino aveva espresso dubbi alla
nomina agli Affari Esteri della Commissione Ue dell’ex primo ministro estone
Kallas, “una che, se le chiedete dove si trova l’Africa, vi risponderebbe a sud
della Russia”.
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