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domenica 2 febbraio 2025

Ombre - 758

Unicredit è dunque anche in Generali. Che può essere un mero investimento, Generali è sicura e generosa con gli azionisti. Ma, bizzarria del caso?, il gruppo triestino è stato, nella vicenda a lungo travagliata di Commerzbank, uno dei possibili salvatori, se non il solo, una ventina di anni fa.


Governo di destra anche in Belgio. Ci sono voluti sei mesi per formarlo dopo il voto di giugno, ma solo per tenerne fuori l’estrema destra, per di più separatista fiamminga, secondo partito al voto. Si completa lo scivolamento a destra del cuore dell’Europa, Italia, Olanda, Austria, Francia, Svezia, Finlandia. con la Germania che tutto dice seguirà il 23 p.v. Per disposizione personale, senza regimi al comando.
 
”Piazza Affari, utili giù di 14,6 miliardi. Solo da Stellantis 12 miliardi in meno” – “Il Sole 24 Ore”. E la produzione industriale in costante calo da quasi due anni? Stellantis costa caro all’Italia. Carissimo.
 
Ineffabile il ministro del Tesoro Giorgetti, vecchia volpe Dc in petto, solo “rovesciato”, come il vecchio montone, “qui lo nego e qui lo dico”: “Mps-Mediobanca non è una guerra Roma-Milano . La dimensione di quelle banche è internazionale”. Come no, Mps è ovunque – soprattutto tra  i risparmiatori, giorno e notte.
 
Ma Mps è solo un’occasione: il ministro vuole mettere in guardia Unicredit, l’ad Orcel che continua a snobbarlo. Inopinato dà infatti ragione al vicecancelliere tedesco che chiede un intervento del Tesoro italiano contro Unicredit. A un vicecancelliere talmente competente che rischia di affondare il suo partito al voto domenica 23 – dal quasi il 15 per cento a meno del 5. Chi si somiglia si piglia? Ma, certo Giorgetti va sul sicuro, in Italia non c’è lo sbarramento elettorale.
 
Giorgetti rivendica il successo politico del governo di dui è parte: “Il governo Meloni sarà ricordato per avere ridato fiducia e speranza aa un paese abituato a essere considerato la pecora nera. Invece questo è un grande paese, con grandi potenzialità”. Lo stesso si disse di Craxi, e si sa come è andata a finire, nella morsa giornali-giudici. Che non è una cosa ovvia o naturale.
 
Sgambetto di Merkel al suo successore alla Cdu\Cdu, o il solito gioco delle parti fra correnti democristiani (popolari)? Il successore Merz ha fatto passare la mozione restringi-immigrazione coi voti della destra, Alternative fùr Deutschland, Merkel non ha consentito che la mozione diventasse legge. Merz ha mostrato agli elettori che farà il duro con gli immigrati illegali, ma senza impegnare il suo partito a un’alleanza con la destra – deve rubare voti a Afd e sperare che Liberali e Verdi superino il 5 per cento.
 
In Italia il giochetto “democristiano” è presentato come uno sgambetto di Merkel a Merz. Solo in Italia. Con ammirazione per Merkel. La quale ha sgambettato il suo predecessore e padre politico Kohl, e ora sgambetterebbe il successore. Molta ammirazione, solo in Italia, soprattutto a sinistra, per questo tipo di politica, “machiavellica”.o
 
Il governo decide che sulla sicurezza dei paesi d’origine degli immigrati (ai fini del riconoscimento del diritto d’asilo) è competente la Corte d’Appello. E allora il presidente della Corte d’Appello Meliadò chiama alla speciale sezione le quattro giudici che già si erano pronunciate contro il governo – tutti paesi insicuri, loro ne sanno di più. La questione immigrati è seria, ma ci sarebbe tutto da ridere – le giudici si divertono moltissimo, nelle foto che postano.
 
Marina Terragni, proto e toto femminista, che sa anche di che parla quando parla di diritti,  sull’utero in affitto, la prostituzione, la “transizione” indotta, è il bersaglio non solo del Mit, Movimento identità trans, ma anche della “sua” Libreria delle donne. È sempre Milano, città sempre ultrà – ma, poi, Marina è ben milanese. Ma più che altro è fanatismo – a essere sempre più all’estrema non si sbaglia mai.
 
Singolare retroscena di “la  Repubblica” sul caso Lo Voi-Meloni, affidato a due cronisti principe del giornale, Ciriaco e Foschini,
https://www.repubblica.it/politica/2025/01/31/news/governo_contro_lo_voi_macchina_fango_almasri-423971995/
che per dare ragione a Lo Voi spiega finalmente come e perché potrebbe essere lui l’incriminato – al Csm naturalmente, e cioè al peggio diventare Procuratore Generale: i voli di Stato per il week-end, con un primo tentativo di ritorsione spiando Caputi, il capo di gabinetto a palazzo Chigi di Meloni, il secondo attraverso la vecchia conoscenza Li Gotti.
 
È impressionante la difesa che la i giornali per bene fano del Procuratore Lo Voi, che con l’amico Li Gotti denunciano Meloni per essersi liberata di Almasri, persona non grata. Usava l’aereo di Stato per i fine settimana, ma per ragioni di sicurezza. Candidato alla Corte dell’Aja, ma in quanto giurista eminente. Persona mite, e di destra, portato a Roma dalla sinistra ma per caso.
Si capisce la proprietà dei giornali, si capiscono i direttori, funzionari della proprietà, ma i giornalisti che firmano? Chi è Lo Voi?
 
A Roma gli ultrà delle squadre di calcio si dividono per colore politico: quelli della Roma si vogliono “rossi”, quelli della Lazio “neri”. Ma quando vengono in città gli ultrà delle squadre olandesi, che si prestano al gioco degli scontri, tutti inalberano il “Sieg, Heil”, Tutti hitleriani. Non è solo ignoranza.
 
Non c’è modo per Lo Voi e Li Gotti di far decadere Meloni. Quale che sia l’orientamento politico (il giudizi è politico) delle tre donne del Tribunale dei ministri non ci sarà mai un’autorizzazione  della Camera (Meloni e Nordio) e del Senato (Piantedosi). Ma la questione galvanizza i media. Poterà voti, e copie\ascolti? A Meloni?
 
DeepSeek dopo TikTok: è durato un week-end il turbamento americano per l’irruzione dell’IA cinese – il tempo di due miliardarie (in 40 ore) manovre di Borsa, al ribasso e al rialzo. “Pechino ci spia, ruba i nostri dati” ed è fatta: fuori DeepSeek, oppure si americanizzi. Non una sorpresa, è successo cinquant’anni fa col Giappone, succede ora con la Cina. La sola novità è che gli onorati corrispondenti ci credono – sembrano perfino convinti.
 
Si tengono a Roma due mostre in contemporanea sul primo Novecento, una sul Futurismo e una detta dell’Espressionismo, cioè dei (tantissimi) artisti non futuristi per programma – e non “Novecento”, Futurismo e Novecento essendo assimilati nelle didascalie dell’“Espressionismo”, al fascismo. Ma con una strana differenza: il Futurismo è una mostra benissimo organizzata (centinaia i prestiti importanti) e molto bene esposta, l’“Espressionismo” rinchiuso nelle stanze anguste e poco praticabili dell’Arte Moderna comunale, e senza catalogo – benché sia la prima grande mostra di pittura a Torino e Milano tra le due guerre. La Cultura è di destra, la sinistra nelle cantine?
 
Non si conclude l’analisi del comitato speciale per l’esercizio del “golden power” su Unicredit-Bpm, sull’offerta di acquisto. Anche se, pare, attende ancora le carte richieste a Unicredit. È che dovrebbe provare l’equazione, a suol tempo anticipata ai media, che Unicredit è straniera, “proprietà” dei fondi che ci hanno investito perché rende, mentre Bpm è italiana. E non sanno che fare con Crédit Agricole, che non è un fondo, che fa piazzamenti finanziari, ma la seconda grande banca francese, ed è l’azionista di maggioranza di Bpm.

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