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mercoledì 19 febbraio 2025

Ombre - 762

Martedì in Arabia Saudita i ministri degli Esteri americano e russo si dicono che, tutto sommato, ci sono molti buoni affari da riprendere in comune. Da Bruxelles la Ue risponde che tutto è pronto per un altro pacco di sanzioni, il 16mo o il 17mo, contro la Russia. Don Chisciotte? Stupidità (tagliarseli)?
 
La scrittrice Siri Hustedvedt, che col marito Paul Auster, poi deceduto, aveva fondato nel 2020 un movimento di Scrittori contro Trump, non si capacita. A Viviana Mazza spiega: “Di solito nella politica americana c’è un certo conservatorismo: la gente non vuole troppo cambiamento” – non solo nella politica americana, si direbbe. “Anche quando il cambiamento sarebbe stato un bene gli americani resistevano. Adesso invece…. Credo ci sia gioia nel guardare Trump che travolge il governo…. La gioia di distruggere ciò che ritengono costruito dalle élite”. Ma non un mea culpa.
 
Lunedì pomeriggio l’ambasciatore Valensise, presidente dell’Istituto Affari Internazionali, dice a “Timeline”, SkyTg24, che alla Russia va riconosciuto lo stato di paese impegnato nella seconda guerra mondiale nella resistenza a un assedio pluriennale, che ne minacciò la sopravvivenza, e martedì mattina il presidente Mattarella precisa: “Che la Russia torni a svolgere un ruolo di rilievo nel rispetto della sovranità di ogni Stato, è un auspicio che ho sempre fatto nel rispetto del diritto”. Diritto in Ucraina, con i golpe istituzionali, e i missili Nato nella pancia della Russia  – si rischia sempre di compiacere Putin?
 
“La vera questione è…. se noi europei siamo destinati a essere umiliati durevolmente dalle grandi potenze che ci sovrastano, in particolare dagli Stati Uniti in questa fase”. Ci vuole un professore, da Parigi, Giuliano da Empoli, per dire le cose come stanno. Abbiamo anche perso, oltre al senso del giudizio, anche la vista.
 
Sempre lunedì, e sempre a Parigi, minivertice europeo sull’Ucraina, su Trump-Putin. Con quattro posizioni, differenziate, per non dover dire che l’Europa non sa che fare. Se ne poteva fare a meno. Ma l’Europa vuole certificare la sua non-esistenza in vita – sarà anch’essa in attesa della “buona morte”.
Oppure no, vive sempre, ma castrata – si è automutilata, ma non lo sa.
 
“XiJnping chiama a raccolta i capitani del Big Tech. Riabilita anche  Jack Ma”, già silurato. È il modello Trump, anche in Cina.
 
Il “Corriere della sera” fa una mappa dettagliata delle correnti in seno al Pd, sotto Schlein: “Voleva abolirle, ora sono 10”. Ma sette, e le più consistenti nella grafica del quotidiano, ma anche per numero e peso politico dei promotori e membri, sono di democristiani. Procedono divisi per colpire meglio? Forse no, la Dc è sempre stato un partito di signori, già al tempo di De Gasperi. E i vescovi da almeno trent’anni consigliano di procedere divisi.
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La Roma, la squadra di calcio, era tra le ultime del campionato. Po ha cambiato l’allenatore, e nel mini-campionato (segmento di campionato) successivo è la prima – malgrado arbitraggi contestati. Nello sport succede – è la complessità, direbbe il prof. Parisi, la complessità del reale.
Il cambio della guardia non funziona al governo, nella Funzione Pubblica. Che complessa si direbbe, più di una squadra di calcio e i suoi tifosi, ma forse non è reale – è derealizzata, dai giudici-banditi, dai cronisti giudiziari loro compari?
 
È curioso che i big del tennis, Djokovic, benché al declino, Zverev etc., si lamentino della giustizia della Wada. Perché loro hanno la sentenza giusta: squalificare Sinner non per sempre, perché allora le borse dei tornei sarebbero meno ricche, ma per un anno o anche due, il tempo di scalare il ranking e poi riaffrontare l’invincibile Sinner da favoriti, a borsa piena. Cioè, curioso no, è business, in forma di sport.
 
Curioso in senso proprio è invece che nessuno ricorda che la Wada è un tribunale per modo di dire. Essendo l’agenzia della corruzione per conto della Iaaf, la federazione dell’atletica. Corrotta, e anzi corrottissima. Per lunghi anni pagata dai tedeschi (dell’Est), poi dalla Russia, poi dagli Usa contro i russi. Poi dai cinesi – ai giochi di Parigi non si sa, ma fino a R io e a Tokyo sicuramente.
 
La Procura di Torino incrimina un cantante inglese della band Placebo, Brian Molko, per vilipendio delle istituzioni, perché ha dato della “fascista” e “nazista” a Giorgia Meloni, che è ben il capo del governo.
Dopo un anno e cinque mesi dal “reato”.  Erano perplessi? Gli dispiaceva?
 
Abbandonato il giallo Crosetto, dimenticato, proprio sul più bello. Una vicenda che ha, aveva, tutti gli ingredienti della spy story: gli amici ricchi del ministro, amici intimi, se “riconosciuti” dalle segreterie, ognuno con i loro modi e linguaggi, identità del o dei truffatori (non può-possono essere olandese-i). Una beffa? Una cospirazione? Niente. Un giornalismo senza curiosità? Autocensura?
 
La Germania in crisi, soprattutto nel settore dell’auto, soprattutto nel rapporto con la Cina (prima dei dazi di Trump), ha totalizzato il 57 per cento degli investimenti Ue in Cna nel primo semestre 2024 – dopo il 62 per cento del 2023 e il 71 per cento del 2022.  Negli ultimi tre anni gli investimenti esteri tedeschi del settore automotive hanno rappresentato la metà di tutti gli investimenti Ue in Cina.
La Germania è metà-tre quarti della Ue. La crisi in Germania è da delocalizzazione, come a inizio Millennio, questa volta in Cina.

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