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Ruby a Palermo nel Settecento, con i preti pedofili
Si ripubblica “La rivoluzione della luna” in una bella
riedizione come omaggio a Camilleri per i cento anni della nascita, e come un
omaggio camilleriano al potere femminile in chiave femminista, del buon potere,
per quanto casuale – la nuova presentazione è di Chiara Valerio. Camilleri
soleva da ultimo raccontare (sceneggiare) l’attualità. Qui mescola il “caso
Ruby” e la pedofilia tra i preti con un caso fortuito, una magistratura
femminile nella Palermo del 1677, “un governatore donna”, per quanto per poco
tempo.
Questa la recensione alla prima pubblicazione, nel
2013:
“Le olgettine a Palermo,
in veste di orfanelle, con Ruby. C’è pure Lele Mora. E un Emilio Fede che
decide di vendicarsi collaborando. Meno convincente la Procuratrice, Eleonora
di Mora, che è bella oltre che cattiva.
“Donna Eleonora è storia,
fece la giustizia a Palermo per quattro settimane nel 1677 dopo la morte del
viceré suo marito, fino all’arrivo del nuovo viceré spagnolo. Nella
seconda parte Ruby cede i posto alla pedofilia. A opera dell’arcivescovo.
Un’altra vicenda politicamente corretta. Ma, senza riferimenti d’obbligo a
persone o fatti conosciuti, questa si legge (quasi) come Dostoevskij a quindici
anni, piena di ricatti e assassinii. Per il resto Camilleri si diverte.
Per trecento ripetitive pagine. E in dialetto, che qui “non ci azzecca”.
Anche Palermo, è tutta bordello.
La
recensione si chiudeva con questa nota: “Si divertono pure i suoi lettori; in vendita venerdì 8, per la festa delle donne, il prolisso racconto boccaccesco domenica era già solitario in testa alle classifiche-Questo è interessante”.
Andrea
Camilleri, La rivoluzione della luna, Sellerio, pp. 296 € 16
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