martedì 25 febbraio 2025

Ruby a Palermo nel Settecento, con i preti pedofili

Si ripubblica “La rivoluzione della luna” in una bella riedizione come omaggio a Camilleri per i cento anni della nascita, e come un omaggio camilleriano al potere femminile in chiave femminista, del buon potere, per quanto casuale – la nuova presentazione è di Chiara Valerio. Camilleri soleva da ultimo raccontare (sceneggiare) l’attualità. Qui mescola il “caso Ruby” e la pedofilia tra i preti con un caso fortuito, una magistratura femminile nella Palermo del 1677, “un governatore donna”, per quanto per poco tempo.
Questa la recensione alla prima pubblicazione, nel 2013:
Le olgettine a Palermo, in veste di orfanelle, con Ruby. C’è pure Lele Mora. E un Emilio Fede che decide di vendicarsi collaborando. Meno convincente la Procuratrice, Eleonora di Mora, che è bella oltre che cattiva.
Donna Eleonora è storia, fece la giustizia a Palermo per quattro settimane nel 1677 dopo la morte del viceré suo marito, fino all’arrivo del nuovo viceré spagnolo. Nella seconda parte Ruby cede i posto alla pedofilia. A opera dell’arcivescovo. Un’altra vicenda politicamente corretta. Ma, senza riferimenti d’obbligo a persone o fatti conosciuti, questa si legge (quasi) come Dostoevskij a quindici anni, piena di ricatti e assassinii. Per il resto Camilleri si diverte. Per  trecento ripetitive pagine. E in dialetto, che qui “non ci azzecca”. Anche Palermo, è tutta bordello.
La recensione si chiudeva con questa nota: 
“Si divertono pure i suoi lettori; in vendita venerdì 8, per la festa delle donne, il prolisso racconto boccaccesco domenica era già solitario in testa alle classifiche-Questo è interessante”.

Andrea Camilleri, La rivoluzione della luna, Sellerio, pp. 296 € 16

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