lunedì 10 febbraio 2025

Ucraina, guerra degli inganni

Se non fosse una guerra sanguinosa, con morti a centinaia di migliaia (8-900 al giorno solo i russi, a sentire le “nostre” fonti, che sono i servizi inglesi) e distruzioni, sarebbe una spettacolare commedia degli equivoci, o degli inganni, la tipica guerre des dupes. Un “trainello”, direbbe Camilleri, o “sfunnapedi” - una “mandrakata” al dire di Proietti: far correre, e perdere, il brocco sotto le spoglie del purosangue.

Sull’Ucraina Trump parla direttamente con Putin. Zelensky tenta d’intrufolarsi con la “terre rare”. L’Europa non ci tenta nemmeno, dopo avere combattuto una delle vecchie “guerre” per procura Usa-Russia. Con perdite, anche gravose per il portafoglio. E con nessuna “vittoria” ora in vista, o beneficio. Neanche un minimo di considerazione, per il galateo. Anzi con la prospettiva di dover “pagare” una rapida europeizzazione dell’Ucraina, di quello che ne resterà. Senza più la Nato in appoggio, dopo che era stata estesa al Caucaso, e ai mari asiatici - senza più gli Usa. E con la Russia nemica.
Il conto sconsolato su cui rimugina la Farnesina è stato fatto ieri da Fubini sul “Corriere della sera” per exempla. Per esempio con l’arricchimento spropositato della Norvegia, che essendo fuori dalla Ue non è tenuta alle sanzioni contro la Russia, mentre se ne è giovata: ha potuto e può vendere a carissimo prezzo il suo gas e il suo petrolio grazie alla scarsità dell’offerta indotta dalle sanzioni. Ministro delle Finanze di questa pioggia d’oro Jens Stoltenberg, lo stesso che gestiva la Nato.

La Ue non conta con Trump, ma non contava nemmeno con Biden - e con Obama. Aveva patrocinato un accordo tra Ucraina e Russia, nel 2014, poi ha pensato di fare la voce grossa, mosca cocchiera delle strategie americane, e ora rimane sola.

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